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http://hdl.handle.net/20.500.12460/658
Nome oggetto: | Orologio perpetuo di Zamboni trasformato in elettroscopio | Ambito disciplinare: | fisica | Parole chiave: | elettricità e magnetismo | Data: | 1840 circa |
Fondo: | Gabinetto di Fisica dell'Ottocento | Descrizione: | In un'alta scatola di legno a base quadrata, con una parete mobile e con i bordi superioried inferiori sporgenti e torniti, sono contenute quattro pile a secco Zamboni, collegate tra loro in serie. I due poli liberi delle pile sono in contatto elettrico con due montanti fissati su due piedi di legno tornito che si innalzano dal tetto della scatola. I montanti a loro volta sostengono due lamine piatte verticali affacciate; la distanza tra queste, che è di qualche centimetro, può essere regolata spostando i piedi di legno lungo le due fessure praticate nel tetto della scatola. |
Modalità d'uso: | Originariamente tra le lamine poteva oscillare un leggerissimo pendolino metallico appeso mediante un filo isolante a un'elegante colonnina con base e capitello montata anch'essa sul tetto della scatola. Toccando ogni lamina il pendolino veniva caricato elettricamente e quindi alternativamente respinto ed attratto dalle due lamine. La piccolissima quantità d'energia necessaria a mantenere il movimento faceva sì che questo tipo di pendolino potesse oscillare addirittura per diversi decenni prima che le pile fossero completamente scariche. In un'epoca posteriore il pendolino è stato sostituito da un'asticciola terminante con una pinzetta. Questa poteva reggere una foglia d'oro (oggi mancante) in modo che l'apparecchio potesse essere usato come gli elettroscopi di Bohnenberger. |
Collegamenti esterni: | http://www.lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/8e020-00144/ | URI: | http://hdl.handle.net/20.500.12460/658 | Licenza di utilizzo: | Tutti i diritti riservati |
Compare nelle collezioni: | Patrimonio scientifico e tecnologico - Museo per la Storia dell'Università |
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