Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/20.500.12460/617
DC FieldValue
dc.coverage.temporal1810 circa
dc.date.accessioned2019-10-30T13:01:29Z
dc.date.available2019-10-30T13:01:29Z
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/20.500.12460/617
dc.descriptionI due specchi sono calotte paraboliche metalliche e vengono messi uno di fronte all'altro. Sono posti su due dispositivi di legno con bracci snodati.
dc.subjectfisica
dc.subject.othertermologia
dc.titleSpecchi di metallo per la riflessione del calore raggiante
dc.rights.licenseTutti i diritti riservati
dc.relation.fondGabinetto di fisica di Alessandro Volta
dc.date.noteanalisi storica
dc.identifier.inventorynumberG67 a, G67 b, G67 c, G67 d
dc.identifier.inventorynumber1757
dc.identifier.inventorynumber240
dc.identifier.inventorynumber1759
dc.identifier.inventorynumber242
dc.identifier.inventorynumber333
dc.identifier.shelfmarkDipartimento di Fisica "A. Volta"
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dc.identifier.form8e020-00103
dc.type.formPST
dc.identifier.region03
dc.identifier.nctn01966548
dc.type.definitionSpecchi di metallo per la riflessione del calore raggiante
dc.description.number2
dc.subject.keywordscalore
dc.subject.keywordspropagazione calore
dc.subject.keywordsonde elettromagnetiche
dc.coverage.spatialabbreviationPV
dc.coverage.shelfmarkMuseo per la Storia dell'Università
dc.date.inventory1980-1999
dc.date.inventory1870
dc.date.inventory1922-1959
dc.date.inventory1870
dc.date.inventory1922-1959
dc.date.inventory1845-1859
dc.description.collectionGabinetto di Fisica di Alessandro Volta
dc.description.collectionholderAlessandro Volta
dc.description.collectionnotesIl Gabinetto di Fisica dell'Università di Pavia venne aperto nel 1771, grazie alla riforma degli studi iniziata dall'Imperatrice Maria Teresa d'Austria e continuata da suo figlio Giuseppe II. Il primo direttore fu il padre scolopio Carlo Barletti, che alla fine del 1772 fu nominato professore di Fisica sperimentale all'Università. All'arrivo di Volta a Pavia nel 1778, Barletti divenne responsabile dell'insegnamento di Fisica classica o generale, mentre Volta ricoprì quello di Fisica sperimentale o particolare. La prima includeva statica, dinamica, idrostatica, idraulica e fisica astronomica, che formavano la parte più matematizzata della fisica. La seconda, che riguardava i fenomeni concernenti elettricità, magnetismo, calore, pneumatica, acustica, meteorologia e ottica, era più fenomenologica e sperimentale. Volta arricchì il Gabinetto con numerosi strumenti acquistati durante i suoi viaggi in Europa e con molti altri da lui stesso ideati e realizzati con l'ausilio di validissimi artigiani. Il gabinetto di Fisica divenne non soltanto un posto dove Volta potesse sperimentare e insegnare, ma anche una sala da esposizione e un attraente teatro che doveva impressionare i visitatori. Molti degli strumenti venivano infatti utilizzati da Volta, oltre che per attività di ricerca, anche per esperienze pubbliche, tenute due volte la settimana, da Dicembre a Giugno. A queste partecipavano, insieme con gli studenti (per i quali il Professore teneva lezioni quotidiane), numerosi spettatori, per cui venne appositamente costruito nell'Ateneo pavese un nuovo e più ampio Teatro Fisico, l'odierna Aula Volta. Nel 1804, Volta lasciò ufficialmente la cattedra a Pietro Configliachi, ma continuò a lavorare a Pavia e a mostrare interesse verso i nuovi strumenti. Nel 1819, l'ultimo inventario firmato da Volta attesta la presenza nel Gabinetto di Fisica di circa seicento strumenti. Non tutti questi strumenti sono giunti sino a noi: alcuni andarono infatti distrutti nell'incendio del padiglione della mostra allestita a Como nel 1899 per il centenario dell'invenzione della pila, altri furono distrutti dall'uso o andarono persi nei traslochi succedutisi nel corso degli anni, l'ultimo dei quali imposto dalla Seconda Guerra Mondiale.
dc.type.materialandtechniquemetallo
dc.type.materialandtechniquelegno
dc.format.misucm
dc.format.misd47
dc.description.functionMediante questo dispositivo si può verificare che il calore si propaga anche sotto forma di onde elettromagnetiche, seguendo quindi le stesse modalità di propagazione dei raggi luminosi.
dc.description.useUn'esperienza classica era quella di mettere, nel fuoco di uno specchio, tramite un supporto, un pezzo di carbone ardente. Nel fuoco del secondo specchio, posto distante e parallelo al primo, veniva posta una sostanza facilmente infiammabile. Il calore raggiante veniva riflesso dagli specchi e la sostanza infiammabile, sulla quale i raggi erano concentrati, prendeva fuoco.
dc.description.preservationstatebuono
dc.relation.bibliographytypebibliografia specifica
dc.relation.bibliographyauthorsStrumenti Alessandro
dc.relation.bibliographytitleGli strumenti di Alessandro Volta : Il gabinetto di fisica dell'Università di Pavia
dc.relation.bibliographyplaceMilano
dc.relation.bibliographyyear2002
dc.coverage.spatialpvcsItalia
dc.coverage.spatialpvcrLombardia
dc.coverage.spatialpvcnPavia
dc.coverage.spatialpvccPavia
dc.relation.urlhttp://www.lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/8e020-00103/
item.fulltextWith Fulltext
item.grantfulltextopen
item.owningcollection20.500.12460/444
item.treefondsrootGabinetto di fisica di Alessandro Volta
item.sizeN/A x N/A cm
item.locationPavia, PV
Appears in Collections:Patrimonio scientifico e tecnologico - Museo per la Storia dell'Università
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