Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/20.500.12460/546
DC FieldValue
dc.coverage.temporalsec. XIX
dc.date.accessioned2019-10-30T13:01:20Z
dc.date.available2019-10-30T13:01:20Z
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/20.500.12460/546
dc.descriptionIl dispositivo è composto da due dischi di legno con le facce interne ricoperte da vernice argentata. Uno dei dischi sono fissati su colonnine di vetro ricoperte di ceralacca Uno di essi è fissato su un braccio mobile, in modo da permettere di variare la distanza tra i dischi stessi. L'altro disco è fissato alla base di legno dello strumento. Entrambi i dischi possono ruotare attorno al diametro verticale.
dc.subjectfisica
dc.subject.otherelettricità e magnetismo
dc.titleApparecchio per lo studio delle azioni elettriche
dc.rights.licenseTutti i diritti riservati
dc.relation.fondGabinetto di fisica di Alessandro Volta
dc.date.noteanalisi storica
dc.identifier.inventorynumberN219 a, N219 b
dc.identifier.inventorynumberCimeli Voltiani 7
dc.identifier.inventorynumber1901
dc.identifier.inventorynumber2176
dc.identifier.inventorynumber649
dc.identifier.shelfmarkMuseo per la Storia dell'Università
dc.identifier.shelfmarkMuseo per la Storia dell'Università
dc.identifier.shelfmarkDipartimento di Fisica "A. Volta"
dc.identifier.form8e020-00030
dc.type.formPST
dc.identifier.region03
dc.identifier.nctn01966477
dc.type.definitionApparecchio per lo studio delle azioni elettriche
dc.subject.keywordscondensatori
dc.subject.keywordsinduzione elettrostatica
dc.coverage.spatialabbreviationPV
dc.coverage.shelfmarkMuseo per la Storia dell'Università
dc.date.inventory1980-1999
dc.date.inventory1938
dc.date.inventory1937
dc.date.inventory1870
dc.date.inventory1922-1959
dc.description.collectionGabinetto di Fisica di Alessandro Volta
dc.description.collectionholderAlessandro Volta
dc.description.collectionnotesIl Gabinetto di Fisica dell'Università di Pavia venne aperto nel 1771, grazie alla riforma degli studi iniziata dall'Imperatrice Maria Teresa d'Austria e continuata da suo figlio Giuseppe II. Il primo direttore fu il padre scolopio Carlo Barletti, che alla fine del 1772 fu nominato professore di Fisica sperimentale all'Università.\r\nAll'arrivo di Volta a Pavia nel 1778, Barletti divenne responsabile dell'insegnamento di Fisica classica o generale, mentre Volta ricoprì quello di Fisica sperimentale o particolare. La prima includeva statica, dinamica, idrostatica, idraulica e fisica astronomica, che formavano la parte più matematizzata della fisica. La seconda, che riguardava i fenomeni concernenti elettricità, magnetismo, calore, pneumatica, acustica, meteorologia e ottica, era più fenomenologica e sperimentale.\r\nVolta arricchì il Gabinetto con numerosi strumenti acquistati durante i suoi viaggi in Europa e con molti altri da lui stesso ideati e realizzati con l'ausilio di validissimi artigiani.\r\nIl gabinetto di Fisica divenne non soltanto un posto dove Volta potesse sperimentare e insegnare, ma anche una sala da esposizione e un attraente teatro che doveva impressionare i visitatori. Molti degli strumenti venivano infatti utilizzati da Volta, oltre che per attività di ricerca, anche per esperienze pubbliche, tenute due volte la settimana, da Dicembre a Giugno. A queste partecipavano, insieme con gli studenti (per i quali il Professore teneva lezioni quotidiane), numerosi spettatori, per cui venne appositamente costruito nell'Ateneo pavese un nuovo e più ampio Teatro Fisico, l'odierna Aula Volta.\r\nNel 1804, Volta lasciò ufficialmente la cattedra a Pietro Configliachi, ma continuò a lavorare a Pavia e a mostrare interesse verso i nuovi strumenti. Nel 1819, l'ultimo inventario firmato da Volta attesta la presenza nel Gabinetto di Fisica di circa seicento strumenti.\r\nNon tutti questi strumenti sono giunti sino a noi: alcuni andarono infatti distrutti nell'incendio del padiglione della mostra allestita a Como nel 1899 per il centenario dell'invenzione della pila, altri furono distrutti dall'uso o andarono persi nei traslochi succedutisi nel corso degli anni, l'ultimo dei quali imposto dalla Seconda Guerra Mondiale.\r\n
dc.coverage.temporalfractioninizio
dc.type.materialandtechniquelegno
dc.type.materialandtechniquevernice argentata
dc.type.materialandtechniquevetro
dc.type.materialandtechniqueceralacca
dc.type.materialandtechniqueottone
dc.format.misucm
dc.format.misa26
dc.format.misn24
dc.format.misp12
dc.description.functionApparecchi simili a questi venivano utilizzati da Franz Aepinus (1724-1802) e da Alessandro Volta per lo studio delle azioni elettriche, oggi riconducibili al fenomeno dell'induzione elettrostatica.
dc.description.useGli esperimenti erano volti a dimostrare le azioni reciproche che si esercitano tra i due dischi con differenti modalità di elettrizzazione al variare della distanza reciproca.
dc.description.preservationstatebuono
dc.relation.bibliographytypebibliografia specifica
dc.relation.bibliographyauthorsStrumenti Alessandro
dc.relation.bibliographytitleGli strumenti di Alessandro Volta : Il gabinetto di fisica dell'Università di Pavia
dc.relation.bibliographyplaceMilano
dc.relation.bibliographyyear2002
dc.coverage.spatialpvcsItalia
dc.coverage.spatialpvcrLombardia
dc.coverage.spatialpvcnPavia
dc.coverage.spatialpvccPavia
dc.relation.urlhttp://www.lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/8e020-00030/
item.owningcollection20.500.12460/444
item.size26 x N/A cm
item.grantfulltextopen
item.fulltextWith Fulltext
item.datenull - null
item.treefondsrootGabinetto di fisica di Alessandro Volta
item.locationPavia, PV
Appears in Collections:Patrimonio scientifico e tecnologico - Museo per la Storia dell'Università
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