Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/20.500.12460/1215
DC FieldValue
dc.coverage.temporal1898 circa
dc.date.accessioned2019-10-30T13:02:50Z
dc.date.available2019-10-30T13:02:50Z
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/20.500.12460/1215
dc.descriptionLa pila, ideata da Gulcher, è formata da 66 coppie distribuite su due file affiancate e collegate in serie. Ogni coppia è costituita da argentana e da una lega di antimonio. Gli elementi di argentana hanno la forma di tubi a pareti sottili, disposti verticalmente; attraverso essi viene convogliato il gas verso le saldature da riscaldare. Gli elementi di antimonio hanno una forma composta costituita da un cilindretto cavo, innestato direttamente in cima ai tubi di argentana, che si allarga nella parte posta verso l'esterno della pila in una piastra trapezoidale. Le coppie sono collegate in serie da altrettante larghe strisce di rame annerito, ciascuna saldata in alto all'estremità trapezoidale dell'elemento di antimonio e in basso, tramite un corto filo di rame, alla base del tubo di argentana della coppia successiva. Le piastre di antimonioadiacenti sono isolate elettricamente l'una dall'altra da uno strato di amianto. I tubi di argentana sono incastrati inferiormente in fori praticati in una lamina di ardesia, la quale fa da coperchio ad una camera che, attraverso un ugello sporgente dalla pila, può essere collegata alla conduttura del gas. Questo fuoriesce dai tubi di argentana attraverso cilindretti di mica a loro volta inseriti in altrettanti cilindretti di materiale ceramico (quattro di questi sono ora mancanti). Due manici, montati su strutture che si innalzano dai piedi di sostegno dall'apparecchio, ne permettono un facile trasporto.
dc.subjectfisica
dc.subject.otherelettricità e magnetismo
dc.titlePila termoelettrica di Gulcher
dc.rights.licenseTutti i diritti riservati
dc.relation.fondGabinetto di Fisica dell'Ottocento
dc.date.noteanalisi storica
dc.identifier.inventorynumberN67
dc.identifier.inventorynumber1935
dc.identifier.inventorynumber711
dc.identifier.shelfmarkDipartimento di Fisica "A. Volta"
dc.identifier.form8e040-00112
dc.type.formPST
dc.identifier.region03
dc.identifier.nctn02024290
dc.type.definitionPila termoelettrica di Gulcher
dc.subject.keywordsforza elettromotrice
dc.subject.keywordsirraggiamento
dc.subject.keywordsgalvanometro
dc.coverage.spatialabbreviationPV
dc.coverage.shelfmarkMuseo per la Storia dell'Università
dc.date.inventory1980- 1999
dc.date.inventory1870
dc.date.inventory1922-1959
dc.description.collectionGabinetto di Fisica dell'Ottocento
dc.description.collectionnotesIl Gabinetto di Fisica dell'Ottocento ospita gli strumenti raccolti dai successori di Alessandro Volta (1745-1827) alla cattedra di Fisica dell'ateneo pavese fino alla metà degli anni trenta del XX secolo, quando l'Istituto di Fisica fu spostato, come altri istituti scientifici, dal palazzo centrale dell'Università all'attuale sede. La collezione è una testimonianza di come le attività di ricerca e di didattica in fisica sperimentale rimasero intense anche dopo la morte del fisico comasco. Volta lasciò la cattedra di Fisica nel 1804 a Pietro Configliachi (1777-1844) ma continuò a lavorare a Pavia e ad interessarsi dell'incremento del Gabinetto di Fisica. L'ultimo inventario che contiene la firma di Volta risale al 1819. Tra i successori di Volta si deve ricordare in particolare Giuseppe Belli (1791-1860), che diresse il Gabinetto intorno alla metà del XIX secolo e arricchì notevolmente la collezione, anche con diversi apparecchi di sua invenzione. La dimensione della collezione già all'epoca del Belli era notevole e venne ulteriormente ampliata dal suo successore, Giovanni Cantoni (1818-1897) e dagli altri scienziati che a lui seguirono, Adolfo Bartoli (1851-1896) e Michele Cantone. (1857-1932).
dc.type.materialandtechniqueargentana
dc.type.materialandtechniqueantimonio
dc.type.materialandtechniquerame
dc.type.materialandtechniqueasbesto
dc.type.materialandtechniqueardesia
dc.type.materialandtechniquemica
dc.format.misucm
dc.format.misa24
dc.format.misn74
dc.format.misl16,5
dc.description.functionVeniva usata prevalentemente in laboratorio.
dc.description.useL'accensione del gas al di sopra dei cilindretti di materiale ceramico provoca il riscaldamento delle saldature superiori. Quelle inferiori vengono mantenute a temperatura decisamente più bassa grazie anche all'effetto di raffreddamento esercitato dalle strisce di rame che collegano le coppie successive. La differenza di temperatura tra le saldature calde e quelle fredde produce una forza elettromotrice (f.e.m.) ai poli della pila che sono collegati a due serrafili. Il sistema è costruito in modo che, pur variando la pressione del gas, la pila viene riscaldata in maniera costante. Questa pila consumava 170 litri di gas all'ora e forniva una f.e.m. di 4 volt con una resistenza interna di circa 0.65 ohm.
dc.relation.inscriptionclassdocumentaria
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dc.relation.inscriptiontechniquea incisione
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dc.relation.inscriptionfontnumeri arabi
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dc.relation.inscriptionpositionSul manicotto di ammissione del gas
dc.relation.inscriptionpositionSui manici di trasporto
dc.relation.inscriptiontranscriptionN 425
dc.relation.inscriptiontranscriptionD.R.P. N° 44146
dc.description.preservationstatebuono
dc.relation.bibliographytypebibliografia di confronto
dc.relation.bibliographyauthorsBrenni P.
dc.relation.bibliographytitleGli strumenti di fisica dell'Istituto Tecnico Toscano - Elettricità e magnetismo
dc.coverage.spatialpvcsItalia
dc.coverage.spatialpvcrLombardia
dc.coverage.spatialpvcnPavia
dc.coverage.spatialpvccPavia
item.fulltextWith Fulltext
item.grantfulltextopen
item.owningcollection20.500.12460/444
item.treefondsrootGabinetto di Fisica dell'Ottocento
item.size24 x 16,5 cm
item.locationPavia, PV
Appears in Collections:Patrimonio scientifico e tecnologico - Museo per la Storia dell'Università
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