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Maffei, Scipione

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Role
Storico
Drammaturgo
Diplomatista
Paleografo
Erudito
Nationality
Italiana
Birth Date
June 1, 1675
Birth Place
Verona  
Death Date
February 11, 1755
Death Place
Verona  
Biography
Terzogenito maschio e ultimo degli otto figli del marchese Giovanni Francesco e della marchesa Silvia Pellegrini, dal 1689 al 1693 studiò nel collegio dei nobili di Parma. Poi per un quinquennio viaggiò per l'Italia, soggiornando a Firenze, Napoli e Roma, dove dal 1698 entrò in contatto con letterati, antiquari e scienziati, decisivi per la sua formazione. Fu accolto anche nell’Accademia dell’Arcadia dove si fece apprezzare come verseggiatore, autore di testi per musica e poemetti encomiastici. Ebbe poi anche delle esperienze militari: combatté per un anno nell'armata franco-bavarese, partecipando il 1 luglio 1704 alla battaglia di Donauwörth, vinta dagli Imperiali, e successivamente alla difesa di Monaco. Rientrato in patria dopo l'occupazione austriaca della Baviera, nel 1705 fu fra i fondatori della colonia arcadica di Verona, e fra il 1708 e il 1709 progettò, con Apostolo Zeno e Antonio Vallisneri, “il Giornale de' letterati d'Italia”. Per un decennio rimase a Verona portando avanti alcuni progetti di riforma, che però ebbero scarso successo. A partire dall’agosto del 1720 lasciò Verona, e si spostò a Firenze, dove per due anni si dedicò agli studi eruditi. Negli anni seguenti si spostò più volte tra Verona, Venezia e Torino e fra 1728 e 1732 lavorò alla sua opera più famosa, la “Verona illustrata”, pubblicata in 4 tomi per la prima volta nel 1732, che riprendeva e intrecciava i fili di molte ricerche storiche e antiquarie da lui avviate nei decenni precedenti. In seguito alla pubblicazione lasciò Verona e intraprese un viaggio in Europa durato 4 anni. Importante è il soggiorno parigino che durò 3 anni e in cui conobbe Voltaire e rivide Montesquieu e in cui fu nel 1734, su proposta del cardinale Polignac, investito socio onorario dell’Académie des belles lettres. Alla fine del 1736 tornò a Verona e negli anni seguenti si spostò anche a Roma. Nel decennio tra il 1744 e il 1754 fu al centro di polemiche e aspre battaglie intellettuali. Morì, infine, nella sua casa di Verona nel 1755. A lui si deve, oltre alle diverse opere erudite, drammaturgiche e trattatistiche realizzate, anche la scoperta nel 1712, sopra un armadio della Biblioteca Capitolare di Verona di alcuni preziosi codici greci, dati per dispersi da Jean Mabillon e Bernard de Montfaucon.
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