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Nome completo
Botticelli, Sandro
 
Varianti
Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi
 
Ruolo
Pittore
 
Nazionalità
Italiana
 
Data di nascita
01-03-1445
 
Luogo di nascita
 
Data di morte
17-05-1510
 
Luogo di morte
 
Biografia
Sandro Botticelli, nome d’arte di Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi, è stato uno dei maggiori esponenti del Rinascimento italiano; è cresciuto in una famiglia modesta, mantenuta dal padre Mariano, ultimo di quattro fratelli. La sua formazione viene condotta presso la bottega di Filippo Lippi, che segue anche a Prato, dove collabora con il maestro ad alcuni affreschi per il Duomo della città: l’influenza del maestro è ravvisabile anche nei suoi primi quadri, una serie di Madonne, la prima intitolata “Madonna col Bambino ed un angelo”, risalente al 1465. Nelle sue opere successive, però, sono riconoscibili anche influenze diverse, come ad esempio quelle di Antonio del Pollaiolo e di Andrea del Verrocchio, di cui aveva frequentato anche la bottega per un certo periodo. Nel 1469, Filippo Lippi muore e Sandro, l’anno successivo, decide di aprire una sua bottega ed inizia a lavorare in proprio, ricevendo la sua prima commissione: una spalliera per il Tribunale della Mercanzia di Firenze. Nel 1472, Botticelli si iscrive alla Compagnia di San Luca ed invita anche Filippino Lippi, suo amico e figlio del maestro di Botticelli, a fare la stessa cosa: Filippino diventa così anche il suo primo collaboratore; a questo periodo intermediario tra gli esordi e la maturità pittorica risalgono opere come il “San Sebastiano”, in cui è evidente la vicinanza alle teorie dell’Accademia Neoplatonica, le “Storie di Giuditta” e l’”Adorazione dei Magi”, in cui troviamo anche un autoritratto dell'artista (riportato qui in foto). L’Accademia Neoplatonica aveva ideali ben precisi, che miravano a comare la fratture che si era creata tra gli umanisti ed i cristiani, riproponendo le virtù degli antichi come dei modelli e conciliano gli ideali cristiani con quelli della cultura classica; le tematiche principali dell’Accademia erano l’amore e la bellezza, oltre alla mitologia e ad una rivalutazione in chiave positiva di Venere, che diventò uno dei soggetti più rappresentati dagli artisti dell’epoca. Nel 1474, Botticelli si sposta a Pisa, per completare un ciclo di affreschi nel Camposanto monumentale, ma aveva già iniziato da tempo le frequentazioni con la famiglia Medici, che gli garantirono molte commissioni e la protezione di cui aveva bisogno: per loro dipinse, tra le moltissime opere, il gonfalone per la giostra raffigurante Simonetta Vespucci nel 1475, i cartelloni dei condannati in seguito alla Congiura dei Pazzi, l’”Adorazione dei Magi” in Santa Maria Novella. A queste opere si aggiungono poi i ritratti, come il “Ritratto d’uomo con medaglia di Cosimo il Vecchio”, ma in particolare di alcuni membri della famiglia dei Medici, ad esempio il “Ritratto di Giuliano de’ Medici”. Per riappacificare i rapporti con persone che avevano preso parte alla congiura dei Pazzi, sebbene in maniera minore, come Sisto IV e Ferrante d’Aragona, Lorenzo il Magnifico decise di mandare i più grandi artisti fiorentini nelle corti italiane ed è per questo motivo che Botticelli, insieme a Pietro Perugino e Domenico Ghirlandaio, partirono nel 1480 per realizzare un ciclo di affreschi presso la Cappella Sistina; il soggiorno di Botticelli, però, dura solo due anni, nonostante Sisto voglia rinnovargli il contratto, a causa della morte del padre, che lo fece rientrare a Firenze, città da cui non ripartì più. Il soggiorno romano ebbe comunque una grande influenza sull’evoluzione del suo stile, facendo nascere in lui nuovamente la passione per i motivi classici. Nel 1483, a Botticelli venne commissionata, probabilmente da Lorenzo il Magnifico, la realizzazione di quattro pannelli con le storie di Nastagio degli Onesti, tratta dal “Decameron” di Boccaccio; nello stesso anno, collabora anche alla decorazione di Villa di Spedaletto, a Volterra, insieme ad altri artisti molto rinomati dell’epoca: questi affreschi, però, andarono totalmente distrutti. A questo punto, Botticelli raggiunge la sua fase di maturità pittorica, che predilige le tematiche mitologiche e di cui fanno parte le sue opere probabilmente più celebri: la “Primavera”, la “Nascita di Venere”, “Pallade e il centauro” e “Venere e Marte”. Negli anni Ottanta, poi, alla tematica mitologica si affianca anche quella religiosa, di cui è una testimonianza il tondo con la “Madonna del Magnificat” e quello con la “Madonna della melagrana”, quest’ultimo realizzato per una delle sale di Palazzo Vecchio. A partire da questi anni, però, la sua produzione si lancia sempre di più verso un misticismo esasperato, che lo allontana drasticamente dal suo stile inconfondibile grazie a cui era stato eletto uno dei maggiori pittori del Quattrocento: la crisi interiore del pittore può essere spiegata anche dalla comparsa in scena del predicatore Savonarola che, soprattutto alla morte di Lorenzo il Magnifico del 1492, condannò la cultura artistica precedente. La vicenda di Savonarola ha influenzato molto Botticelli, ma anche altri pittori come Michelangelo, tant’è che l’artista si sentì molto in colpa per aver seguito le correnti artistiche precedenti all’esposizione dell’insegnamento di Savonarola: tale ammirazione nei confronti di quest’ultimo non è documentata, ma si può intuire dalla presenza, in alcune opere successive alla morte del predicatore avvenuta nel 1498, di varie tematiche esposte dal frate, soprattutto in dipinti come la “Natività mistica” o la “Crocifissione simbolica”. I veri spartiacque però nello stile di Botticelli sono la “Calunnia” ed il “Compianto sul Cristo morto”, entrambe collocabili intorno al 1500 e caratterizzate da una drammaticità portata all’estremo. Negli ultimi anni di vita, la fama del pittore stava andando diminuendo drasticamente, perché l’ambiente artistico era dominato dalle figure di Michelangelo e di Leonardo da Vinci; trascorse gli ultimi anni isolato ed in povertà.