Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/20.500.12460/794
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dc.contributor.authorVolta, Alessandro
dc.coverage.temporalsec. XIX
dc.date.accessioned2019-10-30T13:01:54Z
dc.date.available2019-10-30T13:01:54Z
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/20.500.12460/794
dc.descriptionQuesto strumento è costituito da due dischi di ottone affacciati, detti armature. Su uno di essi (quello superiore) è applicato uno strato di ceralacca isolante. Il disco inferiore poggia su una colonnina di vetro ricoperta di ceralacca, che termina in un basamento di legno dotato di piedini metallici. Il disco superiore è dotato di un manico di vetro, ricoperto anch'esso di ceralacca, che termina con un pomello di legno.
dc.subjectfisica
dc.subject.otherelettricità e magnetismo
dc.titleCondensatore a dischi
dc.rights.licenseTutti i diritti riservati
dc.relation.fondGabinetto di fisica di Alessandro Volta
dc.date.noteanalisi storica
dc.identifier.inventorynumberN202
dc.identifier.inventorynumber356
dc.identifier.inventorynumber1873
dc.identifier.inventorynumber528
dc.identifier.inventorynumber406
dc.identifier.shelfmarkDipartimento di Fisica "A. Volta"
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dc.identifier.form8e020-00287
dc.type.formPST
dc.identifier.region03
dc.identifier.nctn01966594
dc.type.definitionCondensatore a dischi
dc.subject.keywordscapacità elettrica
dc.coverage.spatialabbreviationPV
dc.coverage.shelfmarkMuseo per la Storia dell'Università
dc.date.inventory1980- 1999
dc.date.inventory1922- 1959
dc.date.inventory1870
dc.date.inventory1845- 1859
dc.description.collectionGabinetto di Fisica di Alessandro Volta
dc.description.collectionholderAlessandro Volta
dc.description.collectionnotesIl Gabinetto di Fisica dell'Università di Pavia venne aperto nel 1771, grazie alla riforma degli studi iniziata dall'Imperatrice Maria Teresa d'Austria e continuata da suo figlio Giuseppe II. Il primo direttore fu il padre scolopio Carlo Barletti, che alla fine del 1772 fu nominato professore di Fisica sperimentale all'Università. All'arrivo di Volta a Pavia nel 1778, Barletti divenne responsabile dell'insegnamento di Fisica classica o generale, mentre Volta ricoprì quello di Fisica sperimentale o particolare. La prima includeva statica, dinamica, idrostatica, idraulica e fisica astronomica, che formavano la parte più matematizzata della fisica. La seconda, che riguardava i fenomeni concernenti elettricità, magnetismo, calore, pneumatica, acustica, meteorologia e ottica, era più fenomenologica e sperimentale. Volta arricchì il Gabinetto con numerosi strumenti acquistati durante i suoi viaggi in Europa e con molti altri da lui stesso ideati e realizzati con l'ausilio di validissimi artigiani. Il gabinetto di Fisica divenne non soltanto un posto dove Volta potesse sperimentare e insegnare, ma anche una sala da esposizione e un attraente teatro che doveva impressionare i visitatori. Molti degli strumenti venivano infatti utilizzati da Volta, oltre che per attività di ricerca, anche per esperienze pubbliche, tenute due volte la settimana, da Dicembre a Giugno. A queste partecipavano, insieme con gli studenti (per i quali il Professore teneva lezioni quotidiane), numerosi spettatori, per cui venne appositamente costruito nell'Ateneo pavese un nuovo e più ampio Teatro Fisico, l'odierna Aula Volta. Nel 1804, Volta lasciò ufficialmente la cattedra a Pietro Configliachi, ma continuò a lavorare a Pavia e a mostrare interesse verso i nuovi strumenti. Nel 1819, l'ultimo inventario firmato da Volta attesta la presenza nel Gabinetto di Fisica di circa seicento strumenti. Non tutti questi strumenti sono giunti sino a noi: alcuni andarono infatti distrutti nell'incendio del padiglione della mostra allestita a Como nel 1899 per il centenario dell'invenzione della pila, altri furono distrutti dall'uso o andarono persi nei traslochi succedutisi nel corso degli anni, l'ultimo dei quali imposto dalla Seconda Guerra Mondiale.
dc.coverage.temporalfractioninizio
dc.contributor.authorroleinventore
dc.type.materialandtechniqueVetro
dc.type.materialandtechniqueOttone
dc.type.materialandtechniqueceralacca
dc.type.materialandtechniquelegno
dc.format.misucm
dc.format.misa41
dc.description.functionQuesto strumento è un condensatore piano, che permette di "condensare", cioè di accumulare cariche elettriche.
dc.description.useVolta utilizzava normalmente questo tipo di condensatore abbinandolo al suo elettrometro per rivelare tensioni molto deboli che l'elettrometro da solo non riusciva ad evidenziare. Si metteva in contatto, ad esempio con il disco inferiore, il corpo di cui si voleva misurare la tensione e il disco superiore veniva messo in contatto con la terra. Si otteneva in questo modo un apparato con una grande capacità elettrica, e su di esso passavano molte delle cariche presenti sul corpo. Mettendo in contatto il disco superiore con un elettrometro le pagliuzze divergevano sensibilmente, cosa se non accadeva portando direttamente a contatto il corpo con il cappellotto superiore dell'elettrometro.
dc.description.preservationstatebuono
dc.relation.bibliographytypebibliografia di confronto
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dc.relation.bibliographytypebibliografia specifica
dc.relation.bibliographyauthorsVolta A.
dc.relation.bibliographyauthorsVolta A.
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dc.relation.bibliographyauthorsStrumenti Alessandro
dc.relation.bibliographytitleLe opere di Alessandro Volta. Edizione nazionale, 7 voll.
dc.relation.bibliographytitleEpistolario di Alessandro Volta. Edizione nazionale, 5 voll.
dc.relation.bibliographytitleAggiunte alle Opere e all'Epistolario di Alessandro Volta. Edizione nazionale, 5 voll.
dc.relation.bibliographytitleGli strumenti di Alessandro Volta : Il gabinetto di fisica dell'Università di Pavia
dc.relation.bibliographyplaceMilano
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dc.relation.bibliographyplaceBologna
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dc.relation.bibliographyyear2002
dc.coverage.spatialpvcsItalia
dc.coverage.spatialpvcrLombardia
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dc.coverage.spatialpvccPavia
dc.relation.urlhttp://www.lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/8e020-00287/
item.owningcollection20.500.12460/444
item.size41 x N/A cm
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item.treefondsrootGabinetto di fisica di Alessandro Volta
item.locationPavia, PV
Appears in Collections:Patrimonio scientifico e tecnologico - Museo per la Storia dell'Università
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