Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/20.500.12460/663
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dc.contributor.authorBourbouze, Jean
dc.contributor.authorBranly, Édouard Eugène Désiré
dc.coverage.temporal1876 circa
dc.date.accessioned2019-10-30T13:01:34Z
dc.date.available2019-10-30T13:01:34Z
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/20.500.12460/663
dc.descriptionL'apparecchio è montato su un treppiede munito di viti calanti, sul quale è imperniato una basa di legno. Su di essa è montata una vetrina fomata da lastre di vetro intelaiata da spigoli di ottone echiusa da un coperchio di ebanite. Una delle finestre metalliche è apribile. Sulla parte interna di tre lati sono incollate tre coppie di strisce di stagnola. Un tubo di vetro è fissato al coperchio; su di esso sopra un disco di ebanite vi è un disco girevole di ottone munito di serrafili. Ruotando questo disco si modifica l'altezza di una pinzetta, alla quale è fissato un sottile nastrino d'argento che sostiene l'equipaggio mobile posto all'interno della scatola. Questo è composto da una lamina di alluminio a forma di otto, sotto la quale si trova un'asticella terminante con una lamina rettangolare; sull'asticella era posto uno specchietto per la lettura in riflessione. La lamina si trova all'interno di quattro coppie di settori di ottone fissati tramite colonnine, anch'esse di ottone, munite di serrafili al coperchio di ebanite. Le coppie opposte di settori sono collegate da fili isolati ai serrafili corrispondenti. Tramite anelli filettati posti sotto i serrafili è possibile modificare la distanza tra i settori di ogni coppia e modificare così la sensibilità dell'apparecchio.
dc.subjectfisica
dc.subject.otherelettricità e magnetismo
dc.titleElettrometro di Branly
dc.rights.licenseTutti i diritti riservati
dc.relation.fondGabinetto di Fisica dell'Ottocento
dc.date.noteanalisi storica
dc.identifier.inventorynumberN48
dc.identifier.inventorynumber845
dc.identifier.inventorynumber137 G
dc.identifier.shelfmarkDipartimento di Fisica "A. Volta"
dc.identifier.form8e020-00151
dc.type.formPST
dc.identifier.region03
dc.identifier.nctn01966596
dc.type.definitionElettrometro di Branly
dc.subject.keywordsinduzione elettrostatica
dc.subject.keywordselettrizzazione
dc.coverage.spatialabbreviationPV
dc.coverage.shelfmarkMuseo per la Storia dell'Università
dc.date.inventory1980- 1999
dc.date.inventory1922- 1959
dc.date.inventory1876
dc.description.collectionGabinetto di Fisica dell'Ottocento
dc.description.collectionnotesIl Gabinetto di Fisica dell'Ottocento ospita gli strumenti raccolti dai successori di Alessandro Volta (1745-1827) alla cattedra di Fisica dell'ateneo pavese fino alla metà degli anni trenta del XX secolo, quando l'Istituto di Fisica fu spostato, come altri istituti scientifici, dal palazzo centrale dell'Università all'attuale sede. La collezione è una testimonianza di come le attività di ricerca e di didattica in fisica sperimentale rimasero intense anche dopo la morte del fisico comasco. Volta lasciò la cattedra di Fisica nel 1804 a Pietro Configliachi (1777-1844) ma continuò a lavorare a Pavia e ad interessarsi dell'incremento del Gabinetto di Fisica. L'ultimo inventario che contiene la firma di Volta risale al 1819. Tra i successori di Volta si deve ricordare in particolare Giuseppe Belli (1791-1860), che diresse il Gabinetto intorno alla metà del XIX secolo e arricchì notevolmente la collezione, anche con diversi apparecchi di sua invenzione. La dimensione della collezione già all'epoca del Belli era notevole e venne ulteriormente ampliata dal suo successore, Giovanni Cantoni (1818-1897) e dagli altri scienziati che a lui seguirono, Adolfo Bartoli (1851-1896) e Michele Cantone. (1857-1932).
dc.contributor.authorrolecostruttore
dc.contributor.authorroleinventore
dc.type.materialandtechniquevetro
dc.type.materialandtechniqueottone
dc.type.materialandtechniquemetallo
dc.type.materialandtechniquelegno
dc.type.materialandtechniqueargento
dc.type.materialandtechniqueebanite
dc.format.misucm
dc.format.misa81
dc.format.misn27
dc.format.misp27
dc.description.functionQuesto strumento serve a misurare il potenziale di un conduttore.
dc.description.useL'equipaggio mobile viene collegato tramite serrafili, a sua volta collegato alla sospensione, al polo di una pila di un centinaio di coppie. In questo modo esso si trova ad un potenziale costante dell'ordine di un centoinaio di Volt. Il conduttore del quale si vuole misuare il potenziale è invece collegato ad un sistema di settori, mentre l'altro viene messo a terra (la differenza di potenziale tra due conduttori si misura collegando ognuno ad un sistema di settori). Dalla deviazione subita dall'equipaggio mobile, che viene respinto dai settori carichi del suo stesso segno e attirato dagli altri, è possibile determinare il potenziale cercato.
dc.description.preservationstatebuono
dc.relation.bibliographytypebibliografia di confronto
dc.relation.bibliographytypebibliografia specifica
dc.relation.bibliographyauthorsBellodi G./ Brenni P./ De Luca M.T.
dc.relation.bibliographyauthorsBrenni P.
dc.relation.bibliographytitleStrumenti di misura elettrici del Museo per la Storia dell'Università di Pavia
dc.relation.bibliographytitleGli strumenti di fisica dell'Istituto Tecnico Toscano - Elettricità e magnetismo
dc.coverage.spatialpvcsItalia
dc.coverage.spatialpvcrLombardia
dc.coverage.spatialpvcnPavia
dc.coverage.spatialpvccPavia
dc.relation.urlhttp://www.lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/8e020-00151/
item.owningcollection20.500.12460/444
item.size81 x N/A cm
item.grantfulltextopen
item.fulltextWith Fulltext
item.datenull - null
item.treefondsrootGabinetto di Fisica dell'Ottocento
item.locationPavia, PV
Appears in Collections:Patrimonio scientifico e tecnologico - Museo per la Storia dell'Università
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