Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/20.500.12460/581
DC FieldValue
dc.contributor.authorAdams, George
dc.coverage.temporal1780 circa
dc.date.accessioned2019-10-30T13:01:24Z
dc.date.available2019-10-30T13:01:24Z
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/20.500.12460/581
dc.descriptionSi tratta di un microscopio composto. Su una base formata da tre piedi è fissata una colonna di metallo, sulla quale può ruotare un'asta a sezione rettangolare. Nella parte superiore di essa è fissato, attraverso un giunto, il tubo oculare che può scorrere perpendicolarmente ad essa. In un alloggiamento nella parte inferiore del tubo oculare scorre una barretta orizzontale con sette diversi obiettivi. L'oculare è costituito da due lenti collocate nella parte alta del tubo. Sull'asta può scorrere, per effettuare la messa a fuoco, attraverso un pignone a cremagliera, il vetrino portaoggetti, dotato di una forcella per fissare gli oggetti da esaminare, e di alloggiamenti per il posizionamento di accessori quali il lieberkühn. Il foro del portaoggetti è munito di lente condensatrice. Al portaoggetti si potevano fissare diversi accessori (alcuni dei quali oggi mancanti), scelti in base al campione da esaminare, tra i quali un contenitore cilindrico di ottone con entrambe le basi di vetro in cui inserivano insetti vivi. Si potevano inserire accessori che consentivano di convogliare meglio la luce riflessa dallo specchietto orientabile posto sulla parte inferiore dell'asta. Lo specchietto per l'illuminazione dei preparati, piano su un lato e concavo sull'altro, poteva essere avvicinato o allontanato dal portaoggetti tramite una cremagliera. Lo strumento è contenuto in una scatola di legno, dotata di appositi alloggiamenti per i vari accessori, tra i quali due scatolette ricoperte di pelle, contenenti vetrini, montati su barrette di avorio.
dc.subjectscienze della vita
dc.subject.otherottica
dc.titleMicroscopio composto
dc.rights.licenseTutti i diritti riservati
dc.relation.fondGabinetto di fisica di Alessandro Volta
dc.date.noteanalisi storica
dc.identifier.inventorynumberH54 (H54 a, b, c, d, e, f, g, h, i, l, m, n, o)
dc.identifier.inventorynumber754
dc.identifier.inventorynumber2083
dc.identifier.inventorynumber556
dc.identifier.inventorynumber358
dc.identifier.shelfmarkDipartimento di Fisica "A. Volta"
dc.identifier.shelfmarkDipartimento di Fisica "A. Volta"
dc.identifier.form8e020-00066
dc.type.formPST
dc.identifier.region03
dc.identifier.nctn01966512
dc.type.definitionMicroscopio composto
dc.description.partsobittivi, preparati, lieberkühn, vari dispositivi portacampioni
dc.subject.keywordsLenti
dc.subject.keywordsobiettivo
dc.subject.keywordsoculare
dc.subject.keywordsdistanza focale
dc.subject.keywordsimmagine virtuale
dc.coverage.spatialabbreviationPV
dc.coverage.shelfmarkMuseo per la Storia dell'Università
dc.date.inventory1980- 1999
dc.date.inventory1845- 1859
dc.date.inventory1870
dc.date.inventory1922- 1959
dc.description.collectionGabinetto di Fisica di Alessandro Volta
dc.description.collectionholderAlessandro Volta
dc.description.collectionnotesIl Gabinetto di Fisica dell'Università di Pavia venne aperto nel 1771, grazie alla riforma degli studi iniziata dall'Imperatrice Maria Teresa d'Austria e continuata da suo figlio Giuseppe II. Il primo direttore fu il padre scolopio Carlo Barletti, che alla fine del 1772 fu nominato professore di Fisica sperimentale all'Università. All'arrivo di Volta a Pavia nel 1778, Barletti divenne responsabile dell'insegnamento di Fisica classica o generale, mentre Volta ricoprì quello di Fisica sperimentale o particolare. La prima includeva statica, dinamica, idrostatica, idraulica e fisica astronomica, che formavano la parte più matematizzata della fisica. La seconda, che riguardava i fenomeni concernenti elettricità, magnetismo, calore, pneumatica, acustica, meteorologia e ottica, era più fenomenologica e sperimentale. Volta arricchì il Gabinetto con numerosi strumenti acquistati durante i suoi viaggi in Europa e con molti altri da lui stesso ideati e realizzati con l'ausilio di validissimi artigiani. Il gabinetto di Fisica divenne non soltanto un posto dove Volta potesse sperimentare e insegnare, ma anche una sala da esposizione e un attraente teatro che doveva impressionare i visitatori. Molti degli strumenti venivano infatti utilizzati da Volta, oltre che per attività di ricerca, anche per esperienze pubbliche, tenute due volte la settimana, da Dicembre a Giugno. A queste partecipavano, insieme con gli studenti (per i quali il Professore teneva lezioni quotidiane), numerosi spettatori, per cui venne appositamente costruito nell'Ateneo pavese un nuovo e più ampio Teatro Fisico, l'odierna Aula Volta. Nel 1804, Volta lasciò ufficialmente la cattedra a Pietro Configliachi, ma continuò a lavorare a Pavia e a mostrare interesse verso i nuovi strumenti. Nel 1819, l'ultimo inventario firmato da Volta attesta la presenza nel Gabinetto di Fisica di circa seicento strumenti. Non tutti questi strumenti sono giunti sino a noi: alcuni andarono infatti distrutti nell'incendio del padiglione della mostra allestita a Como nel 1899 per il centenario dell'invenzione della pila, altri furono distrutti dall'uso o andarono persi nei traslochi succedutisi nel corso degli anni, l'ultimo dei quali imposto dalla Seconda Guerra Mondiale.
dc.contributor.authorrolecostruttore
dc.type.materialandtechniquevetro
dc.type.materialandtechniqueottone
dc.format.misucm
dc.format.misa50
dc.description.functionIl microscopio è uno strumento che permette di osservare oggetti non percettibili ad occhio nudo consentendone l'ingrandimento.
dc.description.useIl microscopio composto è costituito da due lenti convergenti, dette obiettivo e oculare, la prima con una distanza focale molto minore della seconda. Davanti all'obiettivo si trova il portaoggetti, che si regola in modo che l'oggetto si trovi ad una distanza leggermente maggiore della distanza focale dell'obiettivo stesso. L'immagine da questo ottenuta si forma fra l'oculare e il fuoco dello stesso; essa è reale, ingrandita, capovolta. L'oculare fornisce quindi un'immagine virtuale, ingrandita; essa è diritta rispetto alla prima immagine e perciò è capovolta rispetto all'oggetto.
dc.relation.inscriptionclassdocumentaria
dc.relation.inscriptionlanguageENG
dc.relation.inscriptiontechniquea incisione
dc.relation.inscriptionfontcorsivo
dc.relation.inscriptionpositionsul portaoggetti
dc.relation.inscriptiontranscriptionG. Adams N° 60 Fleet Street London
dc.description.preservationstatebuono
dc.relation.bibliographytypebibliografia specifica
dc.relation.bibliographyauthorsStrumenti Alessandro
dc.relation.bibliographytitleGli strumenti di Alessandro Volta : Il gabinetto di fisica dell'Università di Pavia
dc.relation.bibliographyplaceMilano
dc.relation.bibliographyyear2002
dc.coverage.spatialpvcsItalia
dc.coverage.spatialpvcrLombardia
dc.coverage.spatialpvcnPavia
dc.coverage.spatialpvccPavia
dc.relation.urlhttp://www.lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/8e020-00066/
item.owningcollection20.500.12460/444
item.size50 x N/A cm
item.grantfulltextopen
item.fulltextWith Fulltext
item.datenull - null
item.treefondsrootGabinetto di fisica di Alessandro Volta
item.locationPavia, PV
Appears in Collections:Patrimonio scientifico e tecnologico - Museo per la Storia dell'Università
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