Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/20.500.12460/562
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dc.contributor.authorHaas, Jacob Bernard
dc.contributor.authorF.W. Fries & Sonntag
dc.coverage.temporal1783 circa
dc.date.accessioned2019-10-30T13:01:22Z
dc.date.available2019-10-30T13:01:22Z
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/20.500.12460/562
dc.descriptionLa bilancia idrostatica è costituita da due bracci che recano alle estremità una scanalatura. Questa permette la lettura su una scala a zero centrale, posta su un telaio fisso. Il sostegno è costituito da due parti: quella superiore, più corta, può scorrere dentro a quella inferiore cava. Lo scorrimento si ottiene agendo su due viti. All'estremità di ciascun braccio della bilancia è sospeso un piattello di ottone, recante un gancetto al centro della faccia inferiore. Lo strumento è corredato da una serie di pesetti e da due cilindri di uguale volume, uno pieno e uno cavo, ora mancanti.
dc.subjectfisica
dc.subject.otheridraulica
dc.titleBilancia idrostatica
dc.rights.licenseTutti i diritti riservati
dc.relation.fondGabinetto di fisica di Alessandro Volta
dc.date.noteanalisi storica
dc.identifier.inventorynumberB21
dc.identifier.form8e020-00047
dc.type.formPST
dc.identifier.region03
dc.identifier.nctn01966493
dc.type.definitionBilancia idrostatica
dc.subject.keywordsSpinta idrostatica
dc.subject.keywordslegge di Archimede
dc.coverage.spatialabbreviationPV
dc.coverage.shelfmarkMuseo per la Storia dell'Università
dc.date.inventory1980-1999
dc.description.collectionGabinetto di Fisica di Alessandro Volta
dc.description.collectionholderAlessandro Volta
dc.description.collectionnotesIl Gabinetto di Fisica dell'Università di Pavia venne aperto nel 1771, grazie alla riforma degli studi iniziata dall'Imperatrice Maria Teresa d'Austria e continuata da suo figlio Giuseppe II. Il primo direttore fu il padre scolopio Carlo Barletti, che alla fine del 1772 fu nominato professore di Fisica sperimentale all'Università. All'arrivo di Volta a Pavia nel 1778, Barletti divenne responsabile dell'insegnamento di Fisica classica o generale, mentre Volta ricoprì quello di Fisica sperimentale o particolare. La prima includeva statica, dinamica, idrostatica, idraulica e fisica astronomica, che formavano la parte più matematizzata della fisica. La seconda, che riguardava i fenomeni concernenti elettricità, magnetismo, calore, pneumatica, acustica, meteorologia e ottica, era più fenomenologica e sperimentale. Volta arricchì il Gabinetto con numerosi strumenti acquistati durante i suoi viaggi in Europa e con molti altri da lui stesso ideati e realizzati con l'ausilio di validissimi artigiani. Il gabinetto di Fisica divenne non soltanto un posto dove Volta potesse sperimentare e insegnare, ma anche una sala da esposizione e un attraente teatro che doveva impressionare i visitatori. Molti degli strumenti venivano infatti utilizzati da Volta, oltre che per attività di ricerca, anche per esperienze pubbliche, tenute due volte la settimana, da Dicembre a Giugno. A queste partecipavano, insieme con gli studenti (per i quali il Professore teneva lezioni quotidiane), numerosi spettatori, per cui venne appositamente costruito nell'Ateneo pavese un nuovo e più ampio Teatro Fisico, l'odierna Aula Volta. Nel 1804, Volta lasciò ufficialmente la cattedra a Pietro Configliachi, ma continuò a lavorare a Pavia e a mostrare interesse verso i nuovi strumenti. Nel 1819, l'ultimo inventario firmato da Volta attesta la presenza nel Gabinetto di Fisica di circa seicento strumenti. Non tutti questi strumenti sono giunti sino a noi: alcuni andarono infatti distrutti nell'incendio del padiglione della mostra allestita a Como nel 1899 per il centenario dell'invenzione della pila, altri furono distrutti dall'uso o andarono persi nei traslochi succedutisi nel corso degli anni, l'ultimo dei quali imposto dalla Seconda Guerra Mondiale.
dc.contributor.authorrolecostruttore
dc.contributor.authorrolecostruttore
dc.type.materialandtechniqueottone
dc.format.misucm
dc.format.misa58
dc.format.misl44
dc.description.functionMediante questo apparato si può misurare il valore della spinta idrostatica su un corpo immerso nell'acqua.
dc.description.useSi dispone la bilancia in assetto di equilibrio. Su uno dei piatti si dispone un cilindro cavo di spessore molto sottile e sotto il medesimo piatto si appende un cilindro pieno dello stesso volume del primo. La bilancia ora non è più in equilibrio poiché sul suo braccio di sinistra agisce il peso dei cilindri. Disponendo degli opportuni pesetti sull'altro piatto si riporta la bilancia all'equilibrio. Se prendiamo un recipiente, lo poniamo sotto il cilindro inferiore e versiamo dell'acqua, la bilancia non è più in equilibrio quando il cilindro comincia ad essere sommerso. Quando il cilindro inferiore risulta completamente immerso nell'acqua la bilancia ha raggiunto la massima inclinazione. Il cilindro immerso infatti riceve la spinta idrostatica, o spinta di Archimede, diretta verso l'alto. Perciò la forza risultante che agisce ora sul braccio della bilancia è data dal peso dei cilindri meno la spinta su quello immerso. Il valore della spinta è uguale al peso dell'acqua spostato dal cilindro immerso. Se infatti riempiamo di acqua il cilindro cavo, la bilancia torna in equilibrio. Il peso dell'acqua che riempie il cilindro cavo è pari al valore della spinta idrostatica.
dc.description.preservationstatebuono
dc.relation.bibliographytypebibliografia specifica
dc.relation.bibliographyauthorsStrumenti Alessandro
dc.relation.bibliographytitleGli strumenti di Alessandro Volta : Il gabinetto di fisica dell'Università di Pavia
dc.relation.bibliographyplaceMilano
dc.relation.bibliographyyear2002
dc.coverage.spatialpvcsItalia
dc.coverage.spatialpvcrLombardia
dc.coverage.spatialpvcnPavia
dc.coverage.spatialpvccPavia
dc.relation.urlhttp://www.lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/8e020-00047/
item.owningcollection20.500.12460/444
item.size58 x 44 cm
item.grantfulltextopen
item.fulltextWith Fulltext
item.datenull - null
item.treefondsrootGabinetto di fisica di Alessandro Volta
item.locationPavia, PV
Appears in Collections:Patrimonio scientifico e tecnologico - Museo per la Storia dell'Università
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