Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/20.500.12460/524
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dc.contributor.authorVolta, Alessandro
dc.coverage.temporalsec. XVIII
dc.date.accessioned2019-10-30T13:01:17Z
dc.date.available2019-10-30T13:01:17Z
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/20.500.12460/524
dc.descriptionCiascun eudiometro è costituito da un recipiente di vetro (camera di combustione) sul quale sono poste tre strisce di ottone che confluiscono in alto in un cappelletto, sempre di ottone, nel quale penetra un elettrodo a uncino isolato dal resto del cappelletto tramite ceralacca. Sotto la camera di combustione l'eudiometro più completo ha un rubinetto e sotto di esso un imbuto, entrambi di ottone. Rubinetto e imbuto permettevano di introdurre nella camera di combustione i gas da studiare.
dc.subjectchimica
dc.subject.otherelettricità e magnetismo
dc.subject.otherchimica applicata e industriale
dc.titleEudiometri
dc.rights.licenseTutti i diritti riservati
dc.relation.fondGabinetto di fisica di Alessandro Volta
dc.date.noteanalisi storica
dc.identifier.inventorynumberN208 a, N208 b
dc.identifier.inventorynumberCimeli Voltiani 17
dc.identifier.inventorynumber1901
dc.identifier.shelfmarkMuseo per la Storia dell'Università
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dc.identifier.form8e020-00007
dc.type.formPST
dc.identifier.region03
dc.identifier.nctn01966456
dc.type.definitionEudiometri
dc.description.number2
dc.subject.keywordsaria infiammabile metallica
dc.subject.keywordsaria deflogisticata
dc.subject.keywordsidrogeno
dc.subject.keywordsossigeno
dc.coverage.spatialabbreviationPV
dc.coverage.shelfmarkMuseo per la Storia dell'Università
dc.date.inventory1980- 1999
dc.date.inventory1938
dc.date.inventory1937
dc.description.collectionGabinetto di Fisica di Alessandro Volta
dc.description.collectionholderAlessandro Volta
dc.description.collectionnotesIl Gabinetto di Fisica dell'Università di Pavia venne aperto nel 1771, grazie alla riforma degli studi iniziata dall'Imperatrice Maria Teresa d'Austria e continuata da suo figlio Giuseppe II. Il primo direttore fu il padre scolopio Carlo Barletti, che alla fine del 1772 fu nominato professore di Fisica sperimentale all'Università. All'arrivo di Volta a Pavia nel 1778, Barletti divenne responsabile dell'insegnamento di Fisica classica o generale, mentre Volta ricoprì quello di Fisica sperimentale o particolare. La prima includeva statica, dinamica, idrostatica, idraulica e fisica astronomica, che formavano la parte più matematizzata della fisica. La seconda, che riguardava i fenomeni concernenti elettricità, magnetismo, calore, pneumatica, acustica, meteorologia e ottica, era più fenomenologica e sperimentale. Volta arricchì il Gabinetto con numerosi strumenti acquistati durante i suoi viaggi in Europa e con molti altri da lui stesso ideati e realizzati con l'ausilio di validissimi artigiani. Il gabinetto di Fisica divenne non soltanto un posto dove Volta potesse sperimentare e insegnare, ma anche una sala da esposizione e un attraente teatro che doveva impressionare i visitatori. Molti degli strumenti venivano infatti utilizzati da Volta, oltre che per attività di ricerca, anche per esperienze pubbliche, tenute due volte la settimana, da Dicembre a Giugno. A queste partecipavano, insieme con gli studenti (per i quali il Professore teneva lezioni quotidiane), numerosi spettatori, per cui venne appositamente costruito nell'Ateneo pavese un nuovo e più ampio Teatro Fisico, l'odierna Aula Volta. Nel 1804, Volta lasciò ufficialmente la cattedra a Pietro Configliachi, ma continuò a lavorare a Pavia e a mostrare interesse verso i nuovi strumenti. Nel 1819, l'ultimo inventario firmato da Volta attesta la presenza nel Gabinetto di Fisica di circa seicento strumenti. Non tutti questi strumenti sono giunti sino a noi: alcuni andarono infatti distrutti nell'incendio del padiglione della mostra allestita a Como nel 1899 per il centenario dell'invenzione della pila, altri furono distrutti dall'uso o andarono persi nei traslochi succedutisi nel corso degli anni, l'ultimo dei quali imposto dalla Seconda Guerra Mondiale.
dc.coverage.temporalfractionfine
dc.contributor.authorroleinventore
dc.type.materialandtechniqueVetro
dc.type.materialandtechniqueOttone
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dc.format.misa20
dc.format.misd7,5
dc.format.misd10
dc.description.functionGli eudiometri venivano comunemente usati da Alessandro Volta per saggiare la respirabilità dell'aria, cioè la quantità di ossigeno in essa contenuta.
dc.description.useTra l'elettrodo ad uncino e la parte esterna del cappelletto scocca la scintilla, che provoca la combinazione dei gas- in genere aria comune ed "aria infiammabile metallica", cioè idrogeno - introdotti all'interno dell'ampolla tramite l'imbuto immerso in acqua. Ad un aumento del volume dei gas conseguente all'infiammazione, seguiva una diminuzione testimoniata dall'innalzamento del livello dell'acqua all'interno dell'eudiometro. La differenza di volume veniva misurata tramite tubi graduati ed era proporzionale alla quantità di ossigeno contenuto nell'aria comune presente nello strumento prima della combustione. La diminuzione di volume veniva assunta come indice della respirabilità dell'aria atmosferica sottoposta alla prova.
dc.description.preservationstatebuono
dc.relation.bibliographytypebibliografia specifica
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dc.relation.bibliographyauthorsStrumenti Alessandro
dc.relation.bibliographyauthorsVolta A.
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dc.relation.bibliographytitleGli strumenti di Alessandro Volta : Il gabinetto di fisica dell'Università di Pavia
dc.relation.bibliographytitleLe opere di Alessandro Volta. Edizione nazionale, 7 voll.
dc.relation.bibliographytitleEpistolario di Alessandro Volta. Edizione nazionale, 5 voll.
dc.relation.bibliographytitleAggiunte alle Opere e all'Epistolario di Alessandro Volta. Edizione nazionale, 5 voll.
dc.relation.bibliographyplaceMilano
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item.treefondsrootGabinetto di fisica di Alessandro Volta
item.locationPavia, PV
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