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dc.contributor.authorRuhmkorff Heinrich Daniel
dc.coverage.temporalsec. XIX
dc.date.accessioned2019-10-30T13:02:48Z
dc.date.available2019-10-30T13:02:48Z
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/20.500.12460/1191
dc.descriptionL'interruttore è montato su una basetta rettangolare di legno munita di quattro piedini. Presso uno dei lati corti è fissata un'elettrocalamita, costituita da due bobine cilindriche con nucleo di ferro, disposte verticalmente su un blocco parallelepipedo dello stesso materiale, che a sua volta è appoggiato ad un blocco di ebanite simile avvitato alla base. Vicino all'elettrocalamita è fissata la parte mobile dell'interruttore, montata su un supporto a cremagliera fornito di una grossa manopola di ebanite che ne regola il posizionamento lungo la verticale. Questa parte dell'interruttore è costituita da una lamina verticale di rame su cui è fissato un lungo braccio orizzontale di ottone (disposto lungo la dimensione maggiore della base), che da una parte termina con un blocchetto parallelepipedo di ferro dolce affacciato all'elettrocalamita e dall'altra sostiene due asticciole verticali metalliche con punte di platino. Le asticciole pescano in due bicchieri di vetro con fondo metallico,appoggiati su piattelli di ottone forniti di gambi dello stesso materiale, la cui altezza può essere regolata agendo su grosso manopole di ebanite. La lamina è disposta in maniera tale che il braccio di ottone, seguendo le oscillazioni, si muova nel piano verticale che lo contiene. La frequenza delle oscillazioni può essere regolata fissando a diverse altezze un contrappeso sostenuto da una sottile asta verticale fissata al braccio al di sopra della lamina.\r\nNei bicchieri è contenuto mercurio fino ad un'altezza tale che le punte delle asticciole, quando la lamina di rame è in posizione di riposo, tocchino la superficie libera. \r\nLungo uno dei lati lunghi della base sonon montati quattro serrafili, su cui sono incise nell'ordine (avvicinandosi all'elettrocalamita) le lettere A, B, C, D, e lungo il lato opposto due commutatori di Ruhmkorff. L'elettrocalamita è collegata con un estremo ad uno dei terminali del commutatore ad essa più vicino e con l'altro al supporto a cremagliera della parte mobile dell'interruttore. Questo commutatore, che con l'altro terminale è collegato al bicchiere che si trova più vicino all'elettrocalamita, è utilizzato per il collegamento con la pila che alimenta l'interruttore.
dc.subjectfisica
dc.subject.otherelettricità e magnetismo
dc.titleInterruttore di Foucault per rocchetto di Ruhmkorff
dc.date.noteanalisi storica
dc.identifier.inventorynumberN157
dc.identifier.inventorynumber428
dc.identifier.inventorynumber1955
dc.identifier.shelfmarkDipartimento di Fisica "A. Volta"
dc.identifier.form8e040-00087
dc.type.formPST
dc.identifier.region03
dc.identifier.nctn02024266
dc.type.definitionInterruttore di Foucault per rocchetto di Ruhmkorff
dc.subject.keywordscontatti elettrici
dc.subject.keywordsbobna di induzione
dc.subject.keywordselettromagneti
dc.subject.keywordscorrente elettrica
dc.coverage.spatialabbreviationPV
dc.coverage.shelfmarkMuseo per la Storia dell'Università
dc.date.inventory1980-1999
dc.date.inventory1904
dc.date.inventory1922- 1959
dc.description.collectionGabinetto di Fisica dell'Ottocento
dc.description.collectionnotesIl Gabinetto di Fisica dell'Ottocento ospita gli strumenti raccolti dai successori di Alessandro Volta (1745-1827) alla cattedra di Fisica dell'ateneo pavese fino alla metà degli anni trenta del XX secolo, quando l'Istituto di Fisica fu spostato, come altri istituti scientifici, dal palazzo centrale dell'Università all'attuale sede. La collezione è una testimonianza di come le attività di ricerca e di didattica in fisica sperimentale rimasero intense anche dopo la morte del fisico comasco. Volta lasciò la cattedra di Fisica nel 1804 a Pietro Configliachi (1777-1844) ma continuò a lavorare a Pavia e ad interessarsi dell'incremento del Gabinetto di Fisica. L'ultimo inventario che contiene la firma di Volta risale al 1819. Tra i successori di Volta si deve ricordare in particolare Giuseppe Belli (1791-1860), che diresse il Gabinetto intorno alla metà del XIX secolo e arricchì notevolmente la collezione, anche con diversi apparecchi di sua invenzione. La dimensione della collezione già all'epoca del Belli era notevole e venne ulteriormente ampliata dal suo successore, Giovanni Cantoni (1818-1897) e dagli altri scienziati che a lui seguirono, Adolfo Bartoli (1851-1896) e Michele Cantone. (1857-1932).
dc.coverage.temporalfractionterzo quarto
dc.contributor.authorrolecostruttore
dc.type.materialandtechniqueottone/ laccatura
dc.type.materialandtechniquelegno
dc.type.materialandtechniquerame/ laccatura
dc.type.materialandtechniqueebanite
dc.type.materialandtechniqueferro
dc.type.materialandtechniquevetro
dc.format.misucm
dc.format.misa23
dc.format.misn29
dc.format.misl18,5
dc.description.functionL'interruttore di Foucault serve per bobine di induzione di medie e grosse dimensioni, per le quali un interruttore a martello rischierebbe di riscaldarsi eccessivamente fondendo i contatti.
dc.description.useQuando la pila è inserita, l'elettrocalamita attira a sè l'ancora, provocando l'interruzione del contatto tra la punta di platino ed il mercurio contenuto nel bicchiere: il circuito si apre, il blocchetto viene liberato e la punta, riimmergendosi nel mercurio, ristabilisce il contatto. Le interruzioni periodiche di questo contatto producono contemporaneamente, grazie al contatto mobile dell'altro bicchiere, interruzioni nel circuito primario della bobina di cui l'interruttore fa parte. Il collegamento con l'avvolgimento primario avviene tramite i serrafili B e C, il primo collegato ad un estremo del commutatore più lontano dall'elettrocalamita, il secondo al supporto del braccio mobile. Questo commutatore, che ha l'altro estremo collegato col secondo bicchiere, è utilizzato per l'inserimento del generatore che alimenta il primario.\r\nLe interruzioni avvengono in uno spesso strato d'alcool od altro liquido isolante che ricopre la superficie del mercurio, per evitare sia le scintille alle punte che l'ossidazione del mercurio stesso.\r\nI serrafili A e D (il primo collegato al bicchiere più lontano dall'elettrocalamita, il secondo al serrafilo C) servono per l'inserimento del condensatore.\r\nTutti i collegamenti elettrici citati, tranne quelli della bobina, che utilizza i suoi stessi terminali, sono ottenuti tramite lastrine di rame appoggiate sulla base.
dc.relation.inscriptionclassdocumentaria
dc.relation.inscriptionlanguageFRA
dc.relation.inscriptiontechniquea incisione
dc.relation.inscriptionpositionSu di una targhetta
dc.relation.inscriptiontranscriptionRUHMKORFF \r\nà \r\nParis
dc.description.preservationstatebuono
dc.relation.bibliographytypebibliografia di confronto
dc.relation.bibliographyauthorsBrenni P.
dc.relation.bibliographytitleGli strumenti di fisica dell'Istituto Tecnico Toscano - Elettricità e magnetismo
dc.coverage.spatialpvcsItalia
dc.coverage.spatialpvcrLombardia
dc.coverage.spatialpvcnPavia
dc.coverage.spatialpvccPavia
item.owningcollection20.500.12460/444
item.size23 x 18,5 cm
item.grantfulltextopen
item.fulltextWith Fulltext
item.datenull - null
item.locationPavia, PV
Appears in Collections:Patrimonio scientifico e tecnologico - Museo per la Storia dell'Università
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