Si prega di utilizzare questo identifier per indicare o collegarsi a questo documento: http://hdl.handle.net/20.500.12460/1191
Nome oggetto: Interruttore di Foucault per rocchetto di Ruhmkorff
Autore: Ruhmkorff Heinrich Daniel  (costruttore)
Ambito disciplinare: fisica
Parole chiave: elettricità e magnetismo
Data: sec. XIX (terzo quarto)
Iscrizione: RUHMKORFF \r\nà \r\nParis
Descrizione: 
L'interruttore è montato su una basetta rettangolare di legno munita di quattro piedini. Presso uno dei lati corti è fissata un'elettrocalamita, costituita da due bobine cilindriche con nucleo di ferro, disposte verticalmente su un blocco parallelepipedo dello stesso materiale, che a sua volta è appoggiato ad un blocco di ebanite simile avvitato alla base. Vicino all'elettrocalamita è fissata la parte mobile dell'interruttore, montata su un supporto a cremagliera fornito di una grossa manopola di ebanite che ne regola il posizionamento lungo la verticale. Questa parte dell'interruttore è costituita da una lamina verticale di rame su cui è fissato un lungo braccio orizzontale di ottone (disposto lungo la dimensione maggiore della base), che da una parte termina con un blocchetto parallelepipedo di ferro dolce affacciato all'elettrocalamita e dall'altra sostiene due asticciole verticali metalliche con punte di platino. Le asticciole pescano in due bicchieri di vetro con fondo metallico,appoggiati su piattelli di ottone forniti di gambi dello stesso materiale, la cui altezza può essere regolata agendo su grosso manopole di ebanite. La lamina è disposta in maniera tale che il braccio di ottone, seguendo le oscillazioni, si muova nel piano verticale che lo contiene. La frequenza delle oscillazioni può essere regolata fissando a diverse altezze un contrappeso sostenuto da una sottile asta verticale fissata al braccio al di sopra della lamina.\r\nNei bicchieri è contenuto mercurio fino ad un'altezza tale che le punte delle asticciole, quando la lamina di rame è in posizione di riposo, tocchino la superficie libera. \r\nLungo uno dei lati lunghi della base sonon montati quattro serrafili, su cui sono incise nell'ordine (avvicinandosi all'elettrocalamita) le lettere A, B, C, D, e lungo il lato opposto due commutatori di Ruhmkorff. L'elettrocalamita è collegata con un estremo ad uno dei terminali del commutatore ad essa più vicino e con l'altro al supporto a cremagliera della parte mobile dell'interruttore. Questo commutatore, che con l'altro terminale è collegato al bicchiere che si trova più vicino all'elettrocalamita, è utilizzato per il collegamento con la pila che alimenta l'interruttore.
Funzione: 
L'interruttore di Foucault serve per bobine di induzione di medie e grosse dimensioni, per le quali un interruttore a martello rischierebbe di riscaldarsi eccessivamente fondendo i contatti.
Modalità d'uso: 
Quando la pila è inserita, l'elettrocalamita attira a sè l'ancora, provocando l'interruzione del contatto tra la punta di platino ed il mercurio contenuto nel bicchiere: il circuito si apre, il blocchetto viene liberato e la punta, riimmergendosi nel mercurio, ristabilisce il contatto. Le interruzioni periodiche di questo contatto producono contemporaneamente, grazie al contatto mobile dell'altro bicchiere, interruzioni nel circuito primario della bobina di cui l'interruttore fa parte. Il collegamento con l'avvolgimento primario avviene tramite i serrafili B e C, il primo collegato ad un estremo del commutatore più lontano dall'elettrocalamita, il secondo al supporto del braccio mobile. Questo commutatore, che ha l'altro estremo collegato col secondo bicchiere, è utilizzato per l'inserimento del generatore che alimenta il primario.\r\nLe interruzioni avvengono in uno spesso strato d'alcool od altro liquido isolante che ricopre la superficie del mercurio, per evitare sia le scintille alle punte che l'ossidazione del mercurio stesso.\r\nI serrafili A e D (il primo collegato al bicchiere più lontano dall'elettrocalamita, il secondo al serrafilo C) servono per l'inserimento del condensatore.\r\nTutti i collegamenti elettrici citati, tranne quelli della bobina, che utilizza i suoi stessi terminali, sono ottenuti tramite lastrine di rame appoggiate sulla base.
URI: http://hdl.handle.net/20.500.12460/1191
Compare nelle collezioni:Patrimonio scientifico e tecnologico - Museo per la Storia dell'Università

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