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Full Name
Lippi, Filippino
 
Variants
Lippi, Filippo
 
Person Role
Pittore
 
Person Nationality
Italiana
 
Birth Year
1457
 
Birth Place
 
Death Year
1504
 
Death Place
 
Biography
Filippino Lippi, figlio del pittore e frate Filippo Lippi e della monaca Lucrezia Buti, nasce nel 1457, prima che i due abbiano sciolto i voti e si siano sposati: per riparare il danno, Cosimo de’ Medici intercesse presso il Papa per farli sposare, anche se alla fine decisero di non farlo. Presso il cantiere della Cattedrale di Santo Stefano a Prato, Filippino entra in contatto con molti pittori, tra cui Sandro Botticelli; nel 1467, Filippi viene chiamato a Spoleto e porta con sé anche il figlio Filippino, ma dopo due anni muore, lasciando il cantiere nelle mani di Fra Diamante, che conclude il ciclo. Nel 1472, Filippino entra nella bottega di Botticelli e si iscrive alla Compagnia di San Luca, dipingendo insieme al suo maestro l’”Annunciazione”: le prime opere di Filippino sono ampliamente influenzate dallo stile di Botticelli ed a testimonianza possiamo ricordare la “Madonna del Mare” ed i “Tre Arcangeli e Tobiolo”. Nel 1481 Filippino segue Sandro Botticelli a Roma, dove era stato chiamato per decorare la Cappella Sistina e rimane per un anno, facendo poi ritorno a Firenze; nel 1483, per volere di Lorenzo de’ Medici, si occupò della decorazione della Villa di Spedaletto a Volterra, insieme ad altri artisti molto importanti dell’epoca (Perugino, Ghirlandaio e, il suo maestro, Botticelli), affreschi che però andarono perduti. Negli anni Ottanta, poi, Filippino venne chiamato a concludere il ciclo di affreschi nella Cappella Brancacci, dove completò le “Storie di San Pietro”, iniziate dal Masaccio, entro il 1487; al 1486 viene datata la “Pala degli Otto”, una tavola per Palazzo Vecchio, ed all’anno seguente risale la commissione della decorazione della cappella degli Strozzi in Santa Maria Novella. Nel 1488 Filippino torna a Roma, mandato da Lorenzo de’ Medici, per affrescare la Cappella Carafa e, forse, nel 1489 visita Venezia; nel 1489, tornato da Roma, partecipa al concorso per la facciata del Duomo di Firenze e riprende il ciclo di affreschi nella cappella Strozzi, avviato appena prima della sua partenza per Roma. Agli anni Novanta risalgono alcune commissioni su tavola, tra cui l’”Apparizione di Cristo alla Madonna” e l’”Adorazione dei Magi”. In quegli stessi anni, la figura di Savonarola stava acquisendo importanza e dava vita a due partiti opposti: coloro che sostenevano il frate, i cosiddetti Piagnoni, e coloro che sostenevano i Medici, i Palleschi; Filippino Lippi non propendeva per nessuno dei due partiti e variava il suo stile in base a chi commissionava le opere. Due opere importanti risalenti agli anni novanta sono la pala dell’altare maggiore della Certosa di Pavia, commissionata da Ludovico il Moro ma di cui non abbiamo testimonianza perché non è stata mai realizzata da Lippi, ed il “Tabernacolo del canto del Mercatale”, danneggiato durante i bombardamenti del 1944, ma oggi restaurato. La sua ultima opera certa è la “Deposizione”, realizzata per la Chiesa dell’Altissima Annunziata di Firenze, incompiuta a causa della morte del pittore nel 1504 e completata dal Perugino.