Full Name
Vitman, Fulgenzio Antonio Maria
 
Variants
Wittman, Fulgentius
Vittman, Fulgentius
Witman, Fulgentius
Vitman, Fulgentius
 
Person Role
Naturalista
Botanico
Docente
 
Person Nationality
Italiana
 
Birth Date
12-08-1728
 
Birth Place
 
Death Date
05-03-1806
 
Death Place
 
Biography
Nato a Firenze da genitori di origine bavarese, Fulgenzio Vitman (1728-1806) insegnò botanica presso l’Ateneo pavese dal 1763 al 1774, quando venne chiamato a ricoprire la medesima cattedra presso le Scuole Palatine milanesi – da poco trasferite nel complesso di Brera. Grande amico dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, nonché affermato naturalista introdotto allo studio delle piante medicinali dal confratello Maratti, il nostro monaco professò a Vallombrosa nel 1745, fino a quando, nel 1763, non gli venne affidato l’incarico di direttore dell’Orto Botanico di Pavia, fondato da poco tempo. La scelta cadde su Vitman anche grazie alla sua approfondita conoscenza nelle applicazioni terapeutiche dei vegetali. Vitman si dedicò tenacemente all’opera di sensibilizzazione e persuasione delle autorità competenti al fine di creare una struttura adeguata all’insegnamento della Botanica. Così, grazie alla sua operosità, nel 1773 prese corpo l’attuale Orto Botanico. In un primo momento, Vitman pensò di collocare la sede presso il collegio Griffi, ma il progetto non fu mai realizzato. Fu, invece, il conte Carlo Firmian, plenipotenziario degli Asburgo per la Lombardia, che individuò la sede definitiva nell’area della chiesa di S. Epifanio e del convento dei Canonici Lateranensi. I lavori per la costruzione dell’Orto Botanico e dell’annesso Laboratorio di chimica iniziarono nel 1773 e terminarono nel 1775. In pochi anni l’Orto venne sistemato e gli edifici dell’ex Convento Lateranense di Sant’Epifanio destinati all’Istituto di Botanica. Dopo aver arricchito il complesso di una fitta rete di serre e aver ricevuto in dono molte piante rare ed esotiche, il nostro monaco lasciò Pavia alla volta di Milano nel 1774, negli anni in cui ferverono le discussioni e le proposte per la riforma delle Scuole Palatine e in cui la politica teresiana in Lombardia cercava di coinvolgere gli ordini e le congregazioni religiose verso un impegno di più diretta utilità per le popolazioni. A Vitman, su suggerimento di Carlo Firmian, che era incaricato della diretta sorveglianza della Deputazione agli Studi, venne affidato l’insegnamento della botanica officinale per gli studenti speziali con l’incarico di realizzare anche l’Orto Botanico e le serre, compito che lo impegnò per diversi anni. Contemporaneamente ai suoi molteplici impegni di direttore, studioso e monaco, Vitman lavorò per tutta la vita a un erbario personale, che alla sua morte comprendeva ben 6.000 piante. Il pregio maggiore di questo che può essere considerato un vero e proprio tesoro dell’erboristeria antica e moderna sono i campioni, formati da una parte secca integrata da disegni ad acquarello su organi difficili da essiccare oppure, che a causa dell’essicazione, avevano avuto alterazioni di forme e colori. Nell’erbario di Vitman sono state classificate ben 1.450 piante, di cui molte oggi rarissime oppure andate perdute per sempre, mentre 315 sono state censite presso l’Erbario del Museo Civico di Storia Naturale di Verona. Nel 1785 Vitman vendette gran parte della sua collezione, costituita da 40 pacchi sui 60 raccolti, al governo austriaco, per far fronte alle difficoltà finanziarie, e questa venne subito destinata all’Ateneo pavese, grazie anche ad Antonio Scopoli, professore di Botanica e Chimica e amico dell’abate. Nel corso della sua attività Vitman intesse una fitta rete di scambi con i botanici dell’epoca, utilizzando anche canali diplomatici, in particolare con Francia, Olanda e Spagna. Inoltre dovette costantemente (soprattutto durante il soggiorno milanese) fare i conti con l’amministrazione asburgica, la quale, nel modo di procedere, mostrò sempre una vistosa contraddizione di fondo: da una parte la volontà di ottenere risultati di alto livello scientifico, didattico e ornamentale, e dall’altra l’indisponibilità effettiva a mettere in campo gli strumenti finanziari occorrenti allo scopo. Tuttavia, è giusto anche sottolineare che un più deciso intervento economico fu sempre accordato all’Orto Botanico di Pavia e, più in generale, all’Università ticinese rispetto al complesso della capitale. Vitman morì ottantenne a Milano il 5 marzo del 1806 e con lui si spense la tradizione della congregazione vallombrosana degli studi botanici.