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Full Name
Sanzio, Raffaello
 
Variants
Raffaello Santi
 
Person Role
Pittore
Architetto
Poeta
 
Birth Year
1483
 
Birth Place
 
Death Date
06-04-1520
 
Death Place
 
Biography
Raffaello Sanzio nasce a Urbino probabilmente il 6 aprile 1483. Il padre, Giovanni de’Santi era un pittore di media importanza molto colto che operò presso la corte di Urbino, mentre la madre, Magia di Battista di Nicola Ciarla, morì quando il giovane Raffaello aveva solo otto anni. Giovanni non le sopravvisse a lungo e lasciò il figlio orfano all’età di soli undici anni, ma non prima di avergli insegnato i primi rudimenti artistici, introducendolo allo studio di artisti contemporanei e non come Piero della Francesca, Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Pedro Berruguete, Giusto di Gand, Antonio del Pollaiolo, Melozzo da Forlì. Giorgio Vasari testimonia che il pittore si formò presso la bottega del Perugino, anche se non ci sono prove che ciò sia avvenuto è plausibile che abbia frequentato saltuariamente la sua bottega, inoltre gli studiosi hanno individuato la mano di Raffaello in alcune sue opere quali la predella della Pala di Fano del 1497 e in alcune figure negli affreschi del Collegio del Cambio a Perugia dell’anno successivo. Nel 1499 all’età di 16 anni si trasferì a Città di Castello, cittadina vicino a Perugia, dove ricevette la prima commissione da pittore indipendente rispetto alla bottega del padre: si tratta dello stendardo della Santissima Trinità che per il suo stile innovativo gli conferì immediata fama presso diversi committenti tanto che già in giovane età gli venne conferito il titolo di “magister”. Intorno al 1502 strinse una stretta amicizia col Pinturicchio col quale collaborò per diverse opere fra cui una serie di affreschi raffiguranti scene di vita di Enea Silvio Piccolomini presso la Libreria Piccolomini nel duomo di Siena. A partire dal 1503 si spostò da Urbino e compì diversi viaggi che gli permisero di conoscere diverse realtà artistiche dell’epoca; al 1504 risale il quadro che segna la fine della fase giovanile del pittore: lo Sposalizio della Vergine. Visse circa al 1504 al 1508 a Firenze, città che lo aveva attratto in un primo momento per via delle novità artistiche introdotte da Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti, Piero di Cosimo e Fra Bartolomeo. Fece stilare alla duchessa Giovanna Feltria una lettera di raccomandazione diretta al gonfaloniere Pier Soderini che evidenziava infatti il primario intento dell’artista di ampliare le sue conoscenze pittoriche. Il soggiorno fu infatti molto importante per la sua formazione artistica dato che gli offrì anche l’opportunità di studiare, oltre le innovazioni più recenti, anche la pittura quattrocentesca di artisti come Masaccio e Donatello. Dopo poco tempo dal suo arrivo a Firenze, Raffaello riuscì ad ottenere committenze da diversi facoltosi signori come Lorenzo Nasi che per il quale dipinse la Madonna del Cardellino. A questo periodo risalgono una serie di ritratti che riflettono l’influenza che Leonardo da Vinci ebbe sulla sua pittura, in particolare il ritratto di Maddalena Strozzi presenta un’impostazione molto simile a quella della Gioconda. Nonostante risiedesse a Firenze continuò a dipingere per committenti umbri e marchigiani, soprattutto urbinati compiendo alcuni brevi viaggi nella città natale, per esempio è noto che fra il 1505 e il 1506 risiedette presso la corte di Guidobaldo di Montefeltro per cui dipinse la Madonna di Orleans e tre tavolette raffiguranti San Giorgio e il drago. Fra il 1509 e il 1510 Raffaello fece i primi tentativi poetici scrivendo cinque sonetti in stile petrarchesco rinvenuti su alcuni disegni della Disputa del Sacramento. Dopo l’esperienza fiorentina il pittore si spostò a Roma: fu lo stesso papa Giulio II che richiese i suoi servigi e quelli del Bramante per rinnovare artisticamente ed architettonicamente la città di Roma e in particolare il Vaticano. Le stanze vaticane vennero infatti decorate dai migliori artisti italiani, a Raffaello venne assegnata in un primo momento la Stanza della Segnatura, ma i suoi affreschi piacquero tanto al papa che gli commissionò la decorazione di tutto l’appartamento che gli diede l’opportunità di dipingere alcuni dei suoi più celebri affreschi come Disputa del Sacramento, la Scuola di Atene e il Parnaso. Successivamente gli venne affidata la Sala delle Udienze, detta Sala di Eliodoro dove il pittore urbinate seguì un nuovo stile estremamente drammatico volto a esprime tramite i suoi affreschi lo stato di angoscia e difficoltà in cui si trovava il Vaticano coinvolto in quel periodo in una feroce guerra contro i Francesi; in questa stanza si trovano opere di magistrale espressività come la Cacciata di Eliodoro dal Tempio, la Messa di Bolsena, l’Incontro di Leone Magno con Attila e la Liberazione di San Pietro. Dopo che Leone X salì al soglio pontificio gli venne affidata, nel 1514 la Stanza dell’Incendio del Borgo le cui pitture risentono dell’influenza stilistica di Michelangelo. Il periodo romano fu estremamente prolifico: raggiunta una certa fama moltissimi committenti si rivolsero a Raffaello il quale realizzò un gran numero di ritratti come quello di Baldassarre Castiglione, il Ritratto di Fedra Inghirami e i ritratti dei due papi che gli commissionarono la sopracitata decorazione degli appartamenti vaticani: Giulio II e Leone X; molto celebre per la sua delicata sensualità è anche il ritratto della Fornarina. Importantissimo fu il lavoro di rinnovamento dello stile delle pale d’altare teso a rendere i dipinti in grado di coinvolgere maggiormente coloro che le osservano: esempi di questo rinnovamento si trovano nella Madonna Sistina e nell’Estasi di Santa Cecilia. Per far fronte al sempre crescente numero di richieste da parte dei committenti Raffaello decise, all’età di circa trent’anni, di aprire la sua bottega che divenne una delle più prolifiche di Roma dove si formarono alcuni fra i più importanti artisti della generazione successiva fra cui Giovanni da Udine, Tommaso Vincidor, Polidoro da Caravaggio, Guillaume de Marcillat, Perin del Vaga e Giovan Francesco Penni; il più importante fra i suoi allievi fu Giulio Romano che a Mantova divenne uno dei massimi esponenti del manierismo italiano. A partire dal giugno 1515 iniziò a lavorare, su commissione di Leone X, ai disegni per gli arazzi destinati alla Cappella Sistina che vennero poi tessuti a Bruxelles seguendo i dieci cartoni creati dal pittore. Non va trascurato il fatto che Raffaello, oltre che pittore, fu anche architetto: aveva curato per conto di Agostino Chigi le scuderie del palazzo della Farnesina e la cappella funeraria di Santa Maria del Popolo, il palazzo Branconio dell'Aquila, Palazzo Jacopo da Brescia, il Palazzo Alberini e Villa Madama che rimase incompiuta; nel 1515 probabilmente partecipò alla gara per la costruzione della facciata di San Lorenzo a Firenze. Il suo contributo maggiore in campo architettonico fu diretto al cantiere della basilica di San Pietro: continuando il modello bramantesco, si rifece ai grandi modelli classici quali il Pantheon. Il progetto venne iniziato intorno al 1514 e venne continuato dopo la morte di Raffaello da Antonio da Sangallo il Giovane. Raffaello morì infatti nel 1520 all’età di trentasette anni in seguito, secondo la testimonianza del Vasari, a forti febbri e “accessi amorosi” maldestramente curati con dei salassi. Grazie alla stima che godeva presso la corte papale che salutò con commozione la sua dipartita, venne sepolto nel Pantheon.