Full Name
Crespi, Giovanni Battista
 
Variants
Cerano
 
Person Role
Pittore
Scultore
Architetto
 
Person Nationality
Italiana
 
Death Date
23-10-1632
 
Death Place
 
Biography
Giovan Battista Crespi, soprannominato Il Cerano, è un pittore, scultore e architetto italiano attivo nell'età della Controriforma. La data e il luogo di nascita sono incerti. Il padre, Raffaele Crespi, è a sua volta un pittore e sarà il suo unico maestro. Anche il fratello Ortensio è pittore, così come lo sarà il genero, Melchiorre Gherardini, suo allievo e per questo soprannominato Il Ceranino. Nel 1591 l'artista è a Milano, come documenta un pagamento da parte del Conte Renato Borromeo, fratello del cardinale Federico, per l'esecuzione di alcuni lavori decorativi all'interno di Palazzo Borromeo, oggi perduti. In quel periodo realizza numerose pale d'altare in varie località della Lombardia occidentale, come l' "Incoronazione della Vergine con i ss. Agostino e Bonaventura" a Trecate, o l' "Ultima Cena" a Cerano, o ancora la "Madonna e SS. Siro e Antonio", al Duomo di Pavia. In queste opere è evidente l'influsso dei principali artisti attivi a Milano alla fine del Cinquecento, come ad esempio Gaudenzio Ferrari e Pellegrino Tibaldi, oltre a quello di esponenti del manierismo nordico come Bartholomaus Spranger. Nel 1596 compie un viaggio di aggiornamento a Roma, al seguito del suo principale mecenate, Federico Borromeo, con probabili visite anche a Bologna e Firenze. Nel 1598 cura i progetti per la monumentale statua del Colosso di San Carlo Borromeo (alta 21 metri) ad Arona, che avrebbe dovuto essere il fulcro di un Sacro Monte mai completato. Di quest'opera possediamo numerosi disegni dell'autore, conservati al Metropolitan Museum of Art a New York. Tra il 1600 e il 1601 il Cerano ottiene le prime grandi commissioni a Milano, ovvero le due grandi pale d'altare con il "Voto dei Santi Francescani", già all'Immacolata Nuova dei Cappuccini di Milano ma distrutta a Berlino nel 1945, e il "Battesimo di Cristo" (conservata a Francoforte sul Meno, Städelsches Kunstinstitut). Inizia così la lunga serie delle prestigiose commissioni nei principali cantieri milanesi. Tra il 1602 e il 1603 Crespi lavora con quattro dipinti, i "Fatti della vita del Beato Carlo Borromeo", alla prima serie dei Quadroni per il Duomo di Milano, serie terminata nel 1610 con il gruppo dei Miracoli, di dimensioni inferiori. Federico Borromeo affida al pittore anche la regia della cerimonia romana della canonizzazione di San Carlo: Crespi dipinge così una serie di tele per un apparato provvisorio per la Basilica di San Pietro in Vaticano, di cui oggi resta solo il "Sant'Ambrogio" della Pinacoteca Ambrosiana. E' di questo periodo l'adozione di uno stile sempre più deciso e personale, caratterizzato da un accentuato realismo, un'intensa espressività, una maggiore sintesi nella composizione, e la costruzione più scultorea e robusta delle figure. Negli anni successivi Cerano dipinge alcune delle opere che ancora oggi sono considerate suoi capolavori: la "Deposizione" di Novara, la "Crocifissione" di Mortara, la "Madonna del Rosario" di Brera. Nel 1614 dipinge la "Messa di San Gregorio Magno" per Varese, e una pala per la Certosa di Pavia. Nel 1618 termina il "Battesimo di Sant'Agostino" per la chiesa milanese di San Marco. Nel 1621 diviene il primo presidente dell'Accademia Ambrosiana, fondata dal Cardinale Federico Borromeo. Tra i suoi allievi troviamo Daniele Crespi e Carlo Francesco Nuvolone. Dal 1629 dirige la Fabbrica del Duomo, fornendo disegni per sculture e anche in qualità di architetto, disegnando un nuovo progetto della facciata che rielaborava quello cinquecentesco di Pellegrino Tibaldi. Del progetto ceranesco restano, nella facciata attuale del Duomo, i cinque portali. Un'altra sua opera architettonica è la facciata di San Paolo Converso, sempre a Milano. Le sue ultime opere furono la "Crocifissione" per la chiesa di San Protaso ad Monachos di Milano, oggi al Seminario di Venegono Inferiore per via della demolizione della chiesa, e "La Madonna libera Milano dalla peste", del 1631, in Santa Maria delle Grazie. La sua ultima opera, la "Strage degli Albigesi" per la chiesa di San Domenico a Cremona (oggi al Museo civico Ala Ponzone), rimane incompiuta per la morte dell'artista, il 23 ottobre 1632. Viene poi terminata dall'allievo Melchiorre Gherardini.