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Nome completo
Alfieri, Vittorio
 
Varianti
Alfieri, Vittorio Amedeo
 
Ruolo
Drammaturgo
Poeta
Scrittore
 
Nazionalità
Italiana
 
Data di nascita
16-01-1749
 
Luogo di nascita
 
Data di morte
08-10-1803
 
Luogo di morte
 
Biografia
Vittorio Alfieri fu uno dei più grandi scrittori del Settecento italiano. Nato in una ricca famiglia nobile, ricevette fin da piccolo un’educazione molto severa e, a meno di dieci anni, entrò nella Reale Accademia di Torino per avviare la carriera militare. Tuttavia i suoi interessi andavano contro il volere della famiglia e, spinto dal proprio amore per l’avventura, nel 1766 intraprese una serie di viaggi nelle principali città italiane ed europee: Milano, Firenze, Roma, Napoli, Bologna, Venezia, Padova, Genova, Marsiglia, Parigi, Versailles, Londra, Vienna, Praga, Dresda, Berlino, Copenaghen, Stoccolma, toccando anche Olanda, Spagna, Portogallo, Finlandia e Russia. Nel 1772 si stabilì a Torino; qui, dopo aver giudicato insufficiente l’educazione ricevuta durante l’infanzia, iniziò a leggere testi di illuministi francesi e le “Vite parallele” di Plutarco e nel 1773 scrisse in francese il “Saggio di giudizio universale”, in cui l’autore prese di mira una serie di potenti personaggi torinesi. La relazione amorosa con Gabriella Falletti di Villafalletto ispirò Alfieri a comporre “Cleopatra”, la sua prima tragedia, rappresentata con discreto successo il 16 aprile 1775. Cominciò dunque il suo periodo più creativo, una vera e propria conversione letteraria, caratterizzata dalla dedizione allo studio, dal perfezionamento linguistico – grazie soprattutto ai frequenti soggiorni in Toscana – e dalla composizione di quattordici tragedie sulle diciannove approvate: “Filippo”, “Polinice”, “Antigone”, “Agamennone”, “Oreste”, “Virginia”, “La congiura de’ Pazzi”, “Don Garzia”, “Maria Stuarda”, “Rosmunda”, “Ottavia”, “Timoleone”, “Merope”, “Saul”. Nel 1777 a Firenze conobbe Luisa Stolberg-Gedern, contessa d’Albany, di cui si innamorò perdutamente, e si stabilì in città, per poi trasferirsi con lei a Roma nel 1780, dopo aver rinunciato al proprio patrimonio a favore della sorella Giulia. Nel 1783 Alfieri cominciò a pubblicare le prime dieci tragedie presso una tipografia, ma lo scandalo della relazione – la contessa infatti era già sposata – li costrinse a spostarsi a Parigi. Qui lo scrittore compose le ultime tragedie, tradusse Virgilio, Terenzio e Pope e iniziò a scrivere la propria biografia, la Vita. Lo scoppio della Rivoluzione e in particolare l’avvento del periodo del Terrore spinsero di nuovo i due amanti a fuggire, prima a Bruxelles e poi a Firenze. Qui Alfieri si dedicò alle proprie opere vecchie e nuove: compose infatti sei commedie, molte traduzioni dai classici latini e greci, il “Misogallo”, le “Satire” e una parte delle “Rime”. Morì l’8 ottobre 1803 e la contessa d’Albany curò la pubblicazione delle sue opere inedite.