Full Name
Niccolini, Giovanni Battista
 
Person Role
Drammaturgo
 
Person Nationality
Italiana
 
Birth Date
29-10-1782
 
Birth Year
1782
 
 
Death Date
20-09-1861
 
Death Year
1861
 
Death Place
 
Biography
Nasce il 29 ottobre 1782 a Bagni di San Giuliano di Pisa, nota località termale. Trasferitosi con la famiglia a Firenze, frequenta la Scuola degli Scolopi ricevendo una formazione completa nelle lettere: è molto interessato al latino e al greco, lingue a cui si dedica con numerose traduzioni e composizioni. Durante questo periodo, instaura una lunga e feconda amicizia con Ugo Foscolo. Nel 1798, si iscrive alla facoltà di giurisprudenza presso l’università di Pisa. Rientrato a Firenze nel 1802, Niccolini ottiene nel 1804 un posto nella pubblica amministrazione come addetto all’archivio delle Riformagioni e nel 1807 diventa titolare della cattedra di Storia e mitologia all’Accademia delle belle arti (di cui era membro dal 1803). Diventa poi bibliotecario del Granduca di Toscana. Gli incarichi pubblici non impediscono al Niccolini di coltivare la sua vena artistica: il poemetto La Pietà costituisce la prima, vera prova della sua capacità poetica qui espressa in una rappresentazione della pestilenza che aveva colpito la città di Livorno nel 1630. Seguono, nel 1806-1807, alcuni saggi di erudizione: il discorso Sulla somiglianza la quale è fra la pittura e la poesia e delle utilità che i pittori possono trarre dallo studio dei poeti; le Lezioni di Mitologia tenute agli allievi dell’Accademia di Firenze. Nel 1807, Niccolini partecipa all’elaborazione dei nuovi Statuti e del piano d’istruzione per la Regia Accademia delle Belle Arti di Firenze. Al 1809 risale la dissertazione Quanto le arti conferir possano all’eccitamento della virtù e alla sapienza del viver civile. Compone, inoltre, un poema in ottave in lode di Napoleone, rimasto però incompiuto. Nel 1810, Niccolini esordisce in qualità di tragediografo con la Polissena rappresentata con discreto successo nel 1813. Dedicandosi alacremente alla sua produzione, Niccolini alterna alla composizione di lavori originali (Ino e Temisto, Edipo e Medea) traduzioni da Eschilo e da Euripide. Alla figura di Napoleone è ispirato il dramma Nabucco, composto tra il 1815 e il 1818, pubblicato a Londra nel 1819, ma mai rappresentato: in questa tragedia, l’epopea napoleonica è rappresentata seguendo il modello foscoliano dell’Aiace. Quasi contemporaneamente, il Niccolini si dedica alla tragedia Matilde che – insieme al Nabucco – segnala il passaggio dell’autore dai temi della classicità greca al filone classico-romanticheggiante. La sua produzione è sistematicamente presa di mira dalla censura, in Toscana e nel resto della penisola. Per alcune tragedie, ad esempio il Giovanni da Procida, la prima rappresentazione resta, per molti anni, anche l’unica, perché ne vengono vietate le repliche. Niccolini si impegna anche nella riflessione teorica e nella produzione erudita; tiene vari discorsi presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze. Importante è anche il suo impegno nella questione della lingua: entrato a far parte dell’Accademia della Crusca nel 1812, il 9 settembre 1818 vi tiene una lezione intitolata Qual parte aver possa il popolo nella formazione d'una lingua, esaustiva della sua posizione in proposito. Tra il 1819 e il 1830 pubblica, specialmente nell’Antologia, scritti di argomento filosofico e di critica letteraria e artistica. Negli anni successivi, si dedica alla storiografia in cui si distingue con la Storia del Vespro Siciliano e con la Storia della Casa di Svevia in Italia, lasciata incompiuta. Nel 1840, il Niccolini comincia a lavorare alla sua opera maggiore, l’Arnaldo da Brescia, animata da una forte ispirazione neoghibellina. Malato da tempo, Niccolini si spegne a Firenze nel febbraio del 1861: viene sepolto nella chiesa di Santa Croce in un monumento funebre di Pio Fedi.