Nome completo
Guarnieri Ottoni, Aurelio
 
Ruolo
Storico
 
Nazionalità
Italiana
 
Data di nascita
25-04-1737
 
Luogo di nascita
 
Data di morte
31-05-1788
 
Luogo di morte
 
Biografia
Il G. venne affidato per gli studi di grammatica e retorica agli abati P. e G. Roni, insegnanti nel collegio Campana di Osimo, e per quelli di filosofia al servita A. Signorili, sotto il quale mostrò grande passione per lo studio, divenendo un latinista forbito, con buone conoscenze di letteratura e storia sacra, e un vero esperto di storia ed epigrafia. Apprese anche il greco con il senese A. Bandiera, anch'egli servita, professore nel locale seminario vescovile. Tuttavia la maggiore palestra culturale fu per lui certamente l'Accademia ecclesiastica fondata nel 1748 dallo zio Compagnoni con sede nel palazzo vescovile, molto attiva e nella quale convenivano tutti i dotti locali. Il G. ne trasse occasione per intessere rapporti di studio con altri eruditi. Nel 1756, spinto dal padre, si trasferì a Roma per intraprendere gli studi giuridici, continuando nel tempo libero a coltivare interessi eruditi. Il suo primo impegno in tal senso fu la trascrizione delle lapidi antiche relative al Piceno, edite e inedite, per confrontarle ed eventualmente emendarne le interpretazioni, con l'obiettivo principale di evidenziare gli errori che rilevava nei lavori di Pirro Ligorio. In quel periodo il G., grazie anche alle proprie larghe disponibilità finanziarie, iniziò l'attività di collezionista di libri. Quando il suo unico fratello divenne cavaliere dell'Ordine di Malta, egli rimase l'unico in grado di assicurare la continuità della sua famiglia; sebbene non avesse completato i corsi di diritto, fu richiamato in patria perché prendesse moglie. Egli tuttavia rifiutò il matrimonio, provocando così l'estinzione della famiglia. A Osimo riprese con zelo l'attività nell'Accademia, nella quale operavano allora veri eruditi (principalissimo lo zio Compagnoni) come l'arcidiacono G. Bellini, distinto archeologo e collezionista, il canonico L. Fanciulli, l'abate F. Vecchietti, P. Roni, l'abate D. Pannelli, lo storico M.A. Talleoni e altri. In quella sede si distinse con alcuni qualificati interventi sulle raccolte di lapidi romane esistenti nel territorio osimano o a lui segnalate altrove dai suoi corrispondenti; inoltre lavorò a lungo nell'archivio del Comune, ricco di illustri cimeli, e in quelli delle famiglie patrizie locali, sulle origini e sulla storia delle quali ha lasciato gran numero di manoscritti. Particolarmente interessanti quelli relativi a Buccolino Guzzoni, il condottiero che sullo scorcio del secolo XV si era impadronito di Osimo e aveva chiesto aiuto al sultano Bāyazīd II contro Innocenzo VIII. Svolta decisiva nella vita del G. fu la morte del padre, seguita poco dopo (1774) da quella dello zio Pompeo: entrato in possesso di un ricchissimo patrimonio prese a viaggiare. Sua prima meta fu Bologna, seguita da Ferrara e da Venezia, dove trovò l'ambiente più congeniale ai suoi gusti. Vi rinnovò legami intrapresi per corrispondenza e finì per radicarvisi definitivamente, divenendo un personaggio di spicco nell'erudizione locale. Qui, libero e ricchissimo, poté dare sfogo alla passione di bibliofilo con acquisti continui e importanti, anche di intere biblioteche, come fece aggiudicandosi il meglio di quella del defunto vescovo di Ceneda G.A. Gradenigo. Seguitò inoltre le ricerche nelle biblioteche pubbliche: consultò a lungo il materiale che A. Zeno aveva legato in morte (1750) ai domenicani "delle Zattere", presso cui si recò quotidianamente per oltre un anno, continuando la frequentazione assidua delle biblioteche Marciana e Naniana.