Nome completo
Polcastro, Girolamo
 
Ruolo
Politico
Aristocratico
 
Nazionalità
Italiana
 
Data di nascita
30-04-1763
 
Luogo di nascita
 
Data di morte
26-09-1839
 
Luogo di morte
 
Biografia
Il 2 maggio 1794 fu nominato socio corrispondente dell’Accademia di scienze, lettere ed arti fondata a Padova nel 1779, di cui divenne socio onorario il 20 novembre 1806. Assunse i primi incarichi politici nel 1793, quando entrò a far parte del Consiglio dei XVI in qualità di deputato, l’incarico cittadino più rilevante cui poteva aspirare come esponente della nobiltà di terraferma; ruolo al quale venne più volte chiamato sino alla caduta della Repubblica di Venezia. Per volere del padre, il 14 settembre 1795 sposò la ventunenne Caterina Papafava, figlia del conte Giacomo, morto nel 1785, stringendo così i propri legami con una famiglia discendente dai Carraresi. Il 17 ottobre, con il trattato di Campoformio, Bonaparte cedette all’Austria gran parte dei territori già della Repubblica di Venezia. Nel gennaio 1798 Polcastro insieme con Stefano Gallini fu designato ad accogliere le nuove autorità in veste di rappresentante del Padovano. Deluso dalla poca riconoscenza mostrata dai concittadini, si ritirò a vita privata riprendendo i suoi studi. Tenutosi in disparte anche in occasione della breve occupazione francese di Padova al principio del 1801, accettò nuovamente l’incarico di deputato del ripristinato nobile Consiglio cittadino soltanto nell’ultimo quadrimestre del 1805. Nel novembre 1805, con il ritorno dei francesi in Veneto, entrò a far parte del governo provvisorio del Padovano presieduto da Antonio Nalin, sostituendolo poco dopo. Nel 1806 fu quindi nominato magistrato civile del Dipartimento del Brenta con l’incarico di introdurvi il sistema amministrativo napoleonico. Il 1° maggio 1806 fu nominato cavaliere dell’ordine della Corona di ferro, e il 13 agosto fu promosso all’interno del Consiglio di Stato, sezione uditori, alle cui sedute presenziò a partire dal 15 ottobre. Da quel momento si trasferì a Milano in compagnia del figlio Sertorio, stringendo i legami con l’élite napoleonica. Il 19 febbraio 1809 fu nominato senatore. Si dedicò alla pubblicazione degli scritti dello zio Giandomenico con il titolo "Dell’antico Stato e condizione di Padova" (Milano 1811), alla redazione del poema epico "Napoleoneide, ovvero la Francia salvata" e all’Elogio del fu conte sen. Luigi Lambertenghi, recitato in occasione delle esequie di quest’ultimo il 13 aprile 1813. Dopo la caduta del Regno d’Italia tornò a Padova e nel dicembre 1815 fu nominato all’interno della Congregazione provinciale, organo istituito dal restaurato governo asburgico. Nel 1816 ottenne la conferma del titolo comitale concessogli da Napoleone nel 1810. A partire dallo stesso anno fu nominato consigliere comunale in diversi luoghi del Padovano, mentre nel 1818 divenne ispettore scolastico provinciale. Negli anni seguenti ricoprì numerose mansioni amministrative all’interno di istituzioni pubbliche locali. Il 4 maggio 1818 sposò la ventiduenne Caterina Cecilia Querini Stampalia, figlia del patrizio veneziano Alvise, anch’egli ex consigliere di Stato, allora gran dignitario del Regno Lombardo-Veneto, e di Maria Teresa Lippomano. Salvo alcuni viaggi, visse gli ultimi anni fra Loreggia, Padova e Venezia, dove morì il 26 settembre 1839.